NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 30 giugno 2010

LETTERA APERTA AI MONARCHICI D’ITALIA


Padova, 1 giugno 2010
Cari amici del variegato mondo monarchico italiano, e per amici intendo anche coloro che proprio non la pensano come chi scrive (ci capiamo vero?) credo che, dopo vani tentativi riservati e privi di riscontri positivi, dopo altri invece d’interessanti come quello vissuto recentemente in Sicilia, in prossimità delle assordanti (quando mai!) celebrazioni per i 150 anni della proclamazione del Regno d’Italia Sabaudo concomitanti con quelle dell’Unità della Patria, in verità raggiunta dopo la IVa Guerra d’Indipendenza nel 1918, sia giunto il momento di guardarci lealmente negli occhi, individuare e riconoscere quei Valori che certamente ci uniscono e, per quelli, decidere se continuare a rimanere nell’ombra di nostalgici ricordi ovvero ritrovare una unità operativa nel nome dell’Italia e
di quel Tricolore che tutti ci unisce.

Sto pensando ad una proposta – per il momento solo un’idea che vi invito ad elaborare assieme – che potremmo sviluppare unitariamente lasciandoci trasportare da quegli ideali che condividiamo tralasciando la contingenza di quei problemi che innegabilmente ci separano o comunque possono oggi essere di ostacolo a quel processo di rinnovamento istituzionale che da più parti i monarchici italiani ci chiedono anche nella speranza di un ricambio generazionale ai vertici delle nostre Organizzazioni ed Associazioni.

Tanto i nostro Riferimenti sembrano aver fatto scelte diverse da quelle che tutti noi ci aspettavamo. Gli ideali monarchici, per essere realizzati e vissuti, devono appartenere al Popolo e non essere patrimonio di qualche individuo.

Parto quindi dalla convinzione che tutti noi amiamo la nostra Patria e ne abbiamo a cuore le sorti tanto più trovandoci inermi spettatori di un decadimento istituzionale e politico così gravi che potrebbe venir meno la struttura democratica dello Stato.
Da quando ricevetti il mandato di governare il Movimento Monarchico Italiano, riconoscendone gli ideali costitutivi del 1984, ho cercato in tutti i modi a non commettere l’errore di lasciarmi coinvolgere nella polemica dinastica perché prima sono monarchico istituzionale e poi perché ritengo che il problema, pur sollevato da altri con dovizia di argomentazioni (!), non debba necessariamente essere risolto ora, tanto più che, pure nella legittima aspirazione di una nuova Monarchia in Italia, non ne vedo l’avvento in tempi brevi e comunque penso che tale diatriba possa essere sospesa di fronte a obiettivi più concreti ed immediati.

Dico di più, la disputa dinastica, se ripetutamente alimentata, continua ad essere organica ad una campagna d’informazione denigratoria che, coinvolgendo direttamente le immagini dei Principi – tutti indistintamente - e della Casa Reale d’Italia, di fatto arreca inevitabilmente un grave danno anche a tutti noi.
Ed aggiungo che, in prossimità delle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, avremmo certamente bisogno di tranquillità; sarebbe un esempio di enorme importanza anche per rafforzare quella “armonia nazionale” che fermamente chiediamo e che potremmo toccare concretamente con mano solo dopo la sepoltura al Pantheon di Roma delle Salme dei nostri amati Sovrani che ancora rimangono sepolti in terre straniere.
Se amiamo Casa Savoia, la Dinastia millenaria che ha unito l’Italia e non ho dubbi che sia così, se riteniamo di essere “prima italiani e poi monarchici”, se pensiamo di poter essere utili anche politicamente al nostro Paese, è nostro dovere preoccuparci innanzi tutto del degrado dell’attuale situazione di una comunità, la nostra, che ha perso ogni ideale di riferimento, ogni etica, non sentiamo l’orgoglio di essere italiani e il senso di appartenenza ad un grande Popolo inferiore a nessuno
per arte e cultura . Noi possiamo farlo, ma solo se sapremo ritrovarci in un progetto condiviso. Forza amici, l’esempio venga prima da noi!
Non sarà facile, ne ho la consapevolezza.
Ma almeno noi, se ci proveremo, avremo la coscienza a posto e i segnali che mi giungono da più parti sono di conforto ad una azione autonoma per una proposta politica riformatrice dello Stato nel riconoscimento di quei Valori che furono propri dei nostri Avi e in tutti coloro che hanno creduto nel Risorgimento.

Se un giorno riusciremo, mantenendo alte le insegne delle nostre associazioni e sventolando la Bandiera Tricolore che ci accomuna, ad impegnarci con umiltà, onestà e rispetto per quello che io penso potrà divenire un nuovo soggetto politico avremo certamente adesioni, credibilità e possibilità di partecipare, finalmente con una nostra ritrovata comune identità, a quelle iniziative politiche che ora, per la nostra frantumazione e debolezza, ci sono precluse nonostante i nostri sani ideali.
Ciascuno di noi è costantemente avvicinato dal mondo politico, ma esclusivamente a titolo individuale e questo al sottoscritto piace poco perché funzionale alla ricerca di quei consensi che mai sono valorizzati!

Che fare quindi?
La mia è solo, ripeto, una idea che vorrei sviluppare con voi trasformandola in proposta concreta, patrimonio e mission delle nostre organizzazioni ed associazioni.
Ovviamente dopo i necessari approfondimenti, credo che potremmo formalizzare, farci carico e lanciare pubblicamente l’iniziativa degli “Stati Generali Monarchici”; una sorta di laboratorio, anche aperto a qualificate collaborazioni esterne, che dopo un serrato confronto sui temi che in comune individueremo proponga una “Costituente Monarchica” da realizzarsi a Roma magari nel 2011.
In tempi brevi potremmo istituire una sorta di “testa pensante” per elaborare un concreto programma di lavoro che aspirerei fosse realizzato, innanzi tutto, dalla “base monarchica” attraverso commissioni o gruppi tematici di lavoro.
Temi già alla nostra attenzione e che potrebbero sfociare in una sorta di “Libro Bianco monarchico” condiviso, ripeto rimanendo però in tema di proposta istituzionale e politica, non dinastica.
Da tutto questo dovrebbe sortire poi una proposta operativa concreta per un’azione politica partecipata e condivisa con un nuovo soggetto da inventare; un nuovo soggetto capace di concretizzare un’azione credibile, seria, onesta e occupare spazi di sicuro interesse, non fosse altro che per le argomentazioni a noi usuali che sapremo proporre con maggiore forza e convincimento.
Forse vi appaio eccessivamente preoccupato, ma ho la convinzione che non trovando qualche nuovo stimolo continueremo a commemorare il passato sprecando idee e risorse; credo che nessuno di noi, individualmente con la propria associazione, pur con ogni migliore volontà, abbia la possibilità di riuscire in una tale iniziativa e quindi diamoci una mano finché siamo in tempo!
Chiunque intenderà partecipare allo sviluppo di questa proposta, che nel motto “l’Italia innanzi tutto” potrebbe coinvolgere anche chi nella monarchia non crede e spera comunque nel bene della nostra Patria, mi contatti al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteriammi@libero.it.
E gridiamo assieme Viva l’Italia Unita, viva il Tricolore!
Alberto Claut
Segretario Nazionale MMI

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