NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 24 aprile 2011

Nozze reali senza Savoia

LORENZO MONDO
Notizie circostanziate e zuccherose si inseguono su giornali e tv, raccontando la storia del matrimonio imminente tra il principe William, erede del trono d’Inghilterra, e l’avvenente Kate Middleton, uscita da una famiglia borghese: una circostanza, questa, che rende più appetibile la vicenda per chi ama un certo genere di intrattenimento.

La solita storia di Cenerentola. Ma qualcuno è andato a spulciare nell’elenco degli invitati ed ha fatto una maliziosa scoperta. Tra i 1900 personaggi irrorati dal sangue blu o da qualche speciale benemerenza, non figura nessun membro di Casa Savoia che, per quanto spodestata, è pur sempre la dinastia più antica d’Europa. Forse la Corte inglese non ha voluto intromettersi nell’annosa disputa tra Vittorio Emanuele e Amedeo d’Aosta, che si contendono il diritto di rappresentare la continuità familiare. 

Un imbarazzo acuito dal ricordo che nel 2004 i due cugini, presenti alle nozze del principe Felipe di Spagna, vennero alle mani e Vittorio Emanuele stese Amedeo con un cazzotto. Troppo insensibili al bon ton i discendenti di quell’altro Vittorio, il padre della Patria. Quando nel 1855 andò a Londra in visita di Stato, l’aspetto selvatico di re montanaro - i grandi mustacchi, la fama di cacciatore impenitente di stambecchi e sottane - non compromise la simpatia che gli tributò la regina Vittoria, rendendo omaggio al suo piglio franco e leale. Vittorio Emanuele II, d’altronde, alla Corte di San Giacomo non fece a pugni.

A rendere più impertinente l’esclusione dei Savoia dai festeggiamenti londinesi, è l’invito rivolto a Carlo di Borbone, l’erede del regno delle Due Sicilie cancellato da Garibaldi e dalle armate piemontesi. L’incidente prende sapore mentre da noi si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia. Sembrerebbe un piccolo sberleffo, una innocua rivalsa dei monarchi sconfitti, un riconoscimento concesso alla loro superstite dignità.

Qualcuno, tra i neoborbonici che sopravvivono al Sud, sarà indotto a rallegrarsene, a trarre nuovi spunti per una antistorica e risibile polemica sulle sopraffazioni del Nord nei confronti di regioni evolute e civili. Mentre questa disfida virtuale tra le due casate dovrebbe avere un effetto lontanante e pacificatore, essendo gli uni e gli altri dinasti accomunati, a diverse riprese, dall’inclemenza della storia. Spettano alle sole cronache mondane e pettegole l’eventuale dispetto dei Savoia, il compiacimento dei Borbone.



1 commento:

  1. Una delle affermazioni ricorrenti riguardanti Casa Savoia è che sarebbe la "più antica dinastia d'Europa". Semmai, è vero il contrario, nel senso che,se, forse, la famiglia Savoia spinge più addietro di altre le tracce degli inizi, è non meno vero che è stata dfi certo la più lenta a "far carriera". Infatti, i Savoia raggiunsero il rango regale solo ai primi del '700 allorchè, in una delle frequenti guerre di successione dell'epoca, ebbero assegnata la Sicilia, ovvero il Regno di Sicilia, raggiungendo così da Duchi l'agognato titolo di Re. Mancando poi di adeguate forze marittime per tenere un territorio tanto lontano dalle montagne d'origine, dopo qualche anno ottennero un cambio con la Sardegna isola che, pertanto, nei successivi 140 anni, sino all'unità d'italia, beneficiò delle assidue attenzioni sabaude, tanto da acquistare dal 1861 in avanti l'ambito ruolo di peggior destinazione possibile per militari e altri funzionari statali.
    In conclusione, tanto per essere chiari, quando Borbone e Asburgo erano già Sovrani e/o Imperatori da 5-6 secoli (pinzellacchere, direbbe il mitico Totò),l'antichissima dinastia sabauda navigava fra conti e duchi......tanto per la precisione storica.

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