NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 31 maggio 2011

Riflessioni di un monarchico sul voto amministrativo


Nulla che cambi in meglio per noi monarchici. Se a Destra nessuno ci dà retta a Sinistra troviamo solo ostilità ottusa e preconcetta per cui c'è poco da stare allegri.

Ma qualcosa cambia. Il che è un bene in democrazia. Un elettorato maturo e cosciente  fa scelte diverse a seconda del buon o mal governo delle propria città, regione, nazione.
E il cambiamento fa bene alla democrazia anche perché si evita che persone interessate abbiano troppo ad affezionarsi alle poltrone su cui poggiano le terga.
Da queste elezioni che per quanto amministrative di sicuro hanno anche effetti sugli equilibri nazionali ci sono due o tre fattori che vanno evidenziati.
Il primo molto significativo, e di cui siamo felici, è lo "stop" della Lega che ridimensiona gravemente le proprie pretese di essere il partito guida del Nord. Ne siamo particolarmente contenti alla luce della loro rumorosa assenza dalle celebrazioni del 150° anniversario della proclamazione del Regno d'Italia che è la nascita dello stato unitario italiano di cui la repubblica è attualmente indegna erede.
Siamo anche felici che alcune persone di medio -  grosso  calibro nella Lega, Salvini, Borghezio etc, perdano parte della loro boria che si sostanziava in atteggiamenti sprezzanti nei confronti di chiunque, particolarmente nei confronti degli italiani del sud.
Vogliamo sperare che la sconfitta della Lega sia dovuta anche all'apertura degli occhi di numerosi italiani sulle reali intenzioni di costoro.
Ci dispiace per alcuni rappresentanti della Lega, come Maroni e Castelli, che nella loro attività politica danno sempre prova di grande equilibrio e che per tale motivo meritano rispetto oltre che plauso per la loro ottima attività nei posti che sono loro assegnati.

Quanto a Berlusconi è ora che comincino a preoccuparsi seriamente della sua successione. Non è più la macchina acchiappavoti di una volta. Le sue gaffes hanno stufato. Il suo faccione sorridente contrapposto all'aria di crisi che si respira risulta stonato. Il logorio impostogli dalle procure di mezza Italia ha dato senz'altro i suoi frutti, costringendolo ad occuparsi di fatti suoi più che di quelli della Nazione.
Ci saremmo attesi da un parlamento che era nato bene, con pochi partiti e una salda maggioranza, il coraggio di fare riforme vere, sostanziali, coraggiose. A partire dalla riduzione del numero pletorico di eletti che macinano quotidianamente miliardi di euro, spesso purtroppo per non sapere neanche leggere e scrivere. E invece ci siamo ritrovati  con le solite liti da pollaio con un Fini che ha deciso di distruggere più di quanto aveva creato. Perfino ciò che aveva avuto in eredità come rappresentante di una Destra che aveva un volto pulito per essere stata cacciata per 50 anni circa dalla vita della repubblica.

Della Sinistra chi scrive in genere non parla bene. Ritiene normale che in un paese "normale", quale il nostro non è, Destra e Sinistra si alternino. Ed è la speranza che un giorno, sicuramente lontano, l'avvicendarsi diventi una cosa "liscia", non come l'ennesima puntata di un regolamento di conti che va avanti dal 1922 e non accenna a smettere.
Ma i valori della Sinistra, pur riconoscendoli legittimi, sono lontani da quelli in cui io credo.
Spero che chi ha vinto le amministrative si voglia davvero impegnare per il bene delle città che il voto popolare gli ha affidato.
Ma è speranza già delusa migliaia di volte: ad alcuni gruppi di potere politico se ne sostituiranno degli altri mentre probabilmente il sottobosco economico che pascola alla loro ombra sarà in molti casi lo stesso.

Cambiamenti veri  all'orizzonte non se ne vedono.

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