NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 20 giugno 2011

LETTERA APERTA AI CONTESTATORI DELLA PIAZZA UMBERTO II, AI GIORNALISTI DE “LA STAMPA” CHE NE HANNO SCRITTO CREDENDOSI SPIRITOSI...

...ALL’EX SINDACO COMUNISTA DI TORINO DIEGO NOVELLI, ALL’ANPI E A TUTTI COLORO I QUALI, CON PROFONDO SPIRITO ANTIDEMOCRATICO, CREDONO ANCORA DI POTER IMPORRE LA LORO VISIONE PARTIGIANA (NEL SENSO DI “DI PARTE”) DELLA STORIA.

Antefatto.
Con regolare delibera, alcune settimane fa il Comune di Casalborgone, piccolo e ridente borgo della collina torinese, decideva di accogliere l’istanza di un’associazione culturale del paese, denominata “ ‘L Leu” di dedicare uno spazio pubblico al IV e ultimo Re d’Italia, Umberto II di Savoia.

Nulla di più normale, direte voi. L’Italia è, in fondo, una Repubblica, e come la Repubblica francese si fa vanto di affondare le proprie radici nei 40 Re che la hanno preceduta, del pari la Repubblica italiana sembrava in questi ultimi anni aver metabolizzato la propria discendenza dal Regno d’Italia.

Basterebbe fare una passeggiata per le vie di Torino, imbandieratissima in occasione del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia (e non dell’unità), per rendersi conto del numero di tricolori con lo scudo sabaudo che sventolano ai balconi della città.

Del resto, non sono stati proprio due Presidenti della Repubblica italiana, Cossiga e Ciampi, a compiere al massimo livello istituzionale quel discorso di recupero delle radici comuni degli italiani radici che, piaccia o no, affondano nel risorgimento, che è sabaudo?

E invece no.

E’ infatti bastato che il Sindaco di Casalborgone accogliesse la proposta di dedicare una piazzetta al Re Umberto II perché si scatenasse la solita boriosa, antistorica ridda di polemiche che i professionisti della falsificazione sono usi opporre a qualsiasi analisi storica difforme dai propri dogmi, a qualsiasi attività culturale che mini il loro ferreo controllo sulla memoria storica.

Cari signori, chi vi scrive è un semplice cittadino. Torinese, appassionato di storia, di formazione culturale e politica liberale, avverso a qualsiasi forma di dittatura. E proprio perché nemico di ogni forma di ideologia totalitaria e prevaricazione, non posso più tollerare le vostre insulse argomentazioni, il veleno che scorre dalle vostre penne.

Cari signori, la vostra egemonia culturale è tramontata, rassegnatevi.

Quella contro piazza Umberto II è una battaglia di retroguardia, ma ha l’indubbio ed oggettivo merito di svelare ancora una volta, manco ce ne fosse bisogno, la vostra reale natura, che è profondamente antidemocratica.

Cari signori dell’ANPI, caro Novelli, la questione qui è molto semplice.

Da un lato dovete rendervi conto che il Sindaco di Casalborgone è stato democraticamente eletto, e sarà democraticamente giudicato dagli elettori alle prossime votazioni. La delibera è stata votata ed approvata da un organo democratico, non vedo quindi a quale titolo o per quale ragione l’amministrazione comunale dovrebbe ritornare sui propri passi, accettando così che lo strepitio di alcuni prevalga sulla volontà della maggioranza degli elettori.

D’altro lato, cari signori, ma proprio col mite Re Umberto II dovevate andare a prendervela?
Via, ma leggete, studiate, approfondite.
Capisco che per voi sia molto più facile vivere di slogan e di semplicissime equazione Savoia = fascismo = cattivi, ma non è così.

Non ho alcuna intenzione di ritornare in questa sede ad elencare i meriti storici della figura sabauda: il suo antifascismo, il suo desiderio di farsi paracadutare nel nord per porsi a capo della Resistenza, il suo abbandono del Trono prima della proclamazione dei risultati del referendum per evitare la guerra civile, il suo rispetto delle istituzioni repubblicane, la beneficenza fatta, il lascito della S. Sindone al Papa (con l’impegno alla sua conservazione a Torino) ecc….., non è il luogo. Mi limiterò ad invitarvi a leggere qualche buon libro di storia, come quelli dell’ex assessore Pd Gianni Oliva, oppure a guardare la fiction che un paio d’anni fa la Rai dedicò all’ultimo Re e all’ultima Regina (forse vi è più congeniale).

Mi sorge però un dubbio. E se voi queste cose le sapeste benissimo?

Se voi foste pienamente coscienti dell’insussistenza di ragioni oggettive per opporsi all’intitolazione di una piazza a Re Umberto e foste unicamente animati dall’ideologico odio non tanto nei confronti del povero Re, quanto piuttosto nei confronti di chi, oggi, si permette di minacciare la vostra egemonia sulla Resistenza, così strappandovi il monopolio che vi siete creato e che vi consente di vivere di rendita, culturale, ma non solo?
Oddio, e se fosse proprio così? In fondo, il pandemonio lo avete scatenato quando si è diffusa la voce che la targa di dedica della Piazza al Re sarebbe stata offerta dai reduci del “Corpo dei Volontari della Libertà”, e cioè dai reduci dei combattenti partigiani che lottarono per la Libertà con il fazzoletto azzurro al collo e non con il ritratto di Stalin nella tenda.

Infine, concludo con un invito a tre persone.

In primo luogo a Diego Novelli. Ma cosa vuole, cosa c’entra, chi è?

Un ex sindaco di Torino, noto per aver combattuto la metropolitana in quanto dallo stesso considerata troppo “borghese” in confronto al “proletario tram”! Già solo per questo motivo, per aver fatto perdere alla Città di Torino preziosi anni, per aver fatto respirare ai suoi cittadini fumi di scarico di auto per anni dovrebbe avere il buon gusto di sparire dalla circolazione ed andare a nascondersi, evitando di mostrare la sua “caratteristica ed allegra” faccia in giro. Tralasciamo poi come il suddetto personaggio ancor oggi si dica orgogliosamente comunista e militi in un partito che ha come emblema la stessa bandiera (uguale uguale) sotto la quale Stalin, Mao, Pol Pot hanno ammazzato qualche decina di milioni di esseri umani. E’ un po’ come se qualcuno militando in un partito con la svastica come simbolo si permettesse di venire a dare lezioni di democrazia. Verrebbe giustamente preso a calci; quindi, caro Novelli, taccia, si vergogni e metaforicamente si prenda un bel calcione nelle terga.

In secondo luogo ai signori Di Poppa e Canotti, che su La Stampa del 17 giugno hanno scritto un articoletto sulla questione. A voi, che dire. Penso che vi crediate pungenti e spiritosi. La realtà è che il vostro brano era solamente penoso.

Con profonda disistima.

Edoardo Pezzoni Mauri



Del e dal gruppo facebook "salviamo la democrazia a Casalborgone"

1 commento:

  1. Commento aggiungendo: grazie ai Savoia oggi sono Italiano!

    Ettore Laugeni

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