NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 5 marzo 2012

Napolitano La corte di Re Giorgio è infinita: costa 7 volte quella della Regina d'Inghilterra

Napolitano La corte di Re Giorgio è infinita: costa 7 volte quella della Regina d'Inghilterra

Napolitano La corte di Re Giorgio è infinita: costa 7 volte quella della Regina d'Inghilterra

In sei anni i costi del Quirinale sono saliti di 12 milioni di euro. E il Capo dello Stato ha anche aumentato il numero dei componenti dello staff.

Le cifre dei comunicati ufficiali sono mirabolanti ogni anno. Se si presta attenzione al segretario generale del Quirinale, Donato Marra, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avrebbe un destino già segnato: sarà sua la poltrona di Sergio Marchionne in Fiat-Chrysler. Perché è sicuro: un manager così, capace di rivoltare come un calzino i conti del Quirinale, di risparmiare 60,5 milioni di euro (comunicato Quirinale del 12 febbraio scorso), di mandare a casa 394 dipendenti (stesso comunicato) senza che Susanna Camusso aggrotti un sopracciglio e senza nemmeno gli accordi di Pomigliano, dove mai lo puoi trovare?

Lasciata passare l’euforia delle autocelebrazioni quirinalizie, Libero è andato a spulciare i conti veri del Quirinale. Scoprendo tutt’altra realtà. Che peraltro fa sobbalzare sulla sedia quando è messa a confronto con i conti del presidente della Repubblica più importante d’Europa (Nicolas Sarkozy) e con la monarchia più potente e tradizionale del vecchio continente (quella della Regina Elisabetta di Inghilterra). Se gli altri hanno dei re, guardando solo quanto si spende, in Italia è certo che abbiamo un imperatore. Che - propaganda a parte - è sempre più costoso.
Già perché la sorpresa è quella. La fiction dei risparmi del Quirinale non trova corrispondenza nei numeri della realtà. L’anno dell’addio di Carlo Azeglio Ciampi - il 2006 -  il Quirinale aveva un fondo di dotazione di 216 milioni di euro. Nel 2012 sarà di 228 milioni di euro. Se la matematica non è un’opinione, si tratta di 12 milioni di euro in più. Quando si taglia la spesa, questa si riduce, non aumenta. I 60,5 milioni di risparmi calcolati da Napolitano sono quello che grazie a un trend di spese pazze, il Quirinale avrebbe pensato di spendere di più, e che invece non ha osato buttare via dalla finestra come era costume. Lodevole intento, ma non si tratta di una riduzione dei costi. Il complesso di spese per la monarchia inglese nel 2006 contava su una dotazione pubblica (fra contributo diretto e prestiti) di 38,5 milioni di euro. Oggi quella somma è di 34,2 milioni di euro. Questa è una riduzione di spesa vera. Nello stesso periodo dunque la Regina Elisabetta è costata ai contribuenti inglesi l’11,1% in meno, mentre il presidente Napolitano è costato ai contribuenti italiani il 5,5% di più. Anche la dotazione dell’Eliseo è cresciuta nello stesso periodo. Era di 108,9 milioni di euro, ed è diventata di 110,6 milioni di euro. In percentuale significa un rincaro dell’1,5%, e cioè una crescita di costi quasi quattro volte inferiore a quella del Quirinale.
Di vero nelle celebrazioni del Colle c’è solo la riduzione numerica del personale. Che è consistente, essendo passata dai 2.158 dipendenti dell’ultimo anno di Ciampi agli attuali 1.787 dipendenti. Però è a stata a doppia velocità: grazie al blocco del turn over e alla riduzione del personale militare e di ruolo e dei comandi da altre amministrazioni, il totale si è ridotto. È  aumentato però il personale a contratto legato al mandato del presidente della Repubblica (in sostanza il suo staff): da 85 a 103. Il numero è clamoroso, perché è il doppio dello staff della Regina di Inghilterra (49) e superiore del 25% allo staff del presidente francese (78). Anche il totale - ridotto - del personale della presidenza della Repubblica italiana è clamoroso quando viene messo a confronto con la monarchia inglese (423 dipendenti fra Regina, addetti alle proprietà immobiliari della Corona e impiegati nelle compagnie di trasporto reali) e con lo stesso Eliseo (943 dipendenti).
Nonostante la riduzione numerica, fra Ciampi e Napolitano è riuscita ad aumentare anche la spesa per il personale, passata da 205,8 a 221 milioni di euro. Gli stipendi in sé sono diminuiti (da 134,6 a 132,8 milioni di euro), ma sono aumentati i contributi previdenziali e assistenziali (da 71,2 a 88,2 milioni di euro). Anche qui salta all’occhio una differenza sorprendente con la monarchia inglese e con la presidenza francese. Ogni dipendente del Quirinale costa mediamente 123.670 euro all’anno. È quasi il doppio dei 74.160 euro che spende per dipendente l’Eliseo, ed è esattamente il triplo di quanto costa ogni dipendente della casa reale inglese: 43.546 euro. Se per il Quirinale si dovesse usare lo stesso confronto internazionale fatto per politici e manager pubblici, bisognerebbe dimezzare gli stipendi con effetto immediato. Peraltro - a parte la volenterosa notarella emessa ogni anno dal segretario generale Marra (con perimetro spesso differente e non confrontabile con gli anni precedenti) -  il Colle più alto della politica italiana ha un altro primato assoluto in Europa: è l’istituzione meno trasparente che esista. L’Eliseo trasmette i suoi conti dettagliati alla Corte dei Conti francese, che pubblica ogni anno un rapporto a disposizione di tutti. La Regina di Inghilterra pubblica ogni anno un rapporto di oltre un centinaio di pagine con tutti i conti e le spese della monarchia. Si trovano tutti gli stipendi del suo staff, si racconta che è stato restaurato perfino il water della toilette reale, e quanto è costato. Sono indicati costi e consumi volumetrici di gas, elettricità, combustibile. È  indicato con i costi nel dettaglio ogni volo o treno preso dalla Regina, dal suo staff e dai membri della famiglia reale per spostamenti dentro e fuori il Paese.

di Franco Bechis

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