di Giampiero del Monte
da Il Borghese numero7 Luglio 2012
Forti polemiche dopo un viaggio in Africa in cui il Sovrano è rimasto ferito.
La crisi si fa istituzionale ? Un viaggio in Africa del Re, una caccia
all'elefante, una caduta, la frattura di un'anca, il ricovero in ospedale e
l'operazione conseguente. Si scatena un'altra caccia, quella al Re, si muove l’inquisizione
antimonarchica: che fa il Re? Va a caccia mentre in Spagna c'é la crisi? Perché
non ha avvisato? Dovrebbe chiedere perdono. Si scatenano i partiti di sinistra
"Ecco che cos'é la Monarchia, bisogna instaurare la Repubblica, chiediamo
un referendum, moralizziamo la situazione del paese… »
Juan Carlos ricompare quando esce dall'ospedale chiede scusa
senza attenuanti, attaccato alle stampelle dice che ha sbagliato e che non
accadrà più.
Nessuno se l'aspettava, quelle parole colpiscono, il Re si
rimette al lavoro e riceve e il capo del governo, il principe ereditario lo
sostituisce in varie circostanze,
si fornisce un'immagine di normalità e di impegno di
parte di tutta la famiglia reale.
La Spagna è in fibrillazione ma rischia di compromettere il
suo recupero. La caccia in Africa del Re può creare qualche interrogativo ma è un viaggio privato, non è costato nulla all'erario statale ed altre volte il
Sovrano è andato a sciare o altrove, si è anche fatto male ma non è successo nulla.
Ora si approfitta di ogni indizio per scatenare pregiudizi
alla ricerca di un colpevole di tutto. Tagliamo la lesta al Re e sfoghiamo la
nostra frustrazione. Siamo nel fango buttiamoci anche lui e facciamola finita.
Ogni tanto si risvegliano in Spagna tendenze autolesioniste incapaci
di mantenere quanto fino allora ha
sostenuto la casa che crollava. Ogni cittadino conosce l'elenco dei servizi che
Juan Carlos ha reso ad una nazione che aveva bisogno di ricostruire il suo
percorso e dalla Costituzione del 78 e per tutto il periodo della Transizione
ha retto e guidato una nave che aveva bisogno di mantenere la sua rotta per non
sprofondare di nuovo. Alcuni hanno pensato che tutto fosse superato e crescita
sviluppo concordia si possano ora accantonare per buttarsi sulla via di una nuova
distruzione. La Monarchia è stata una delle poche cose che ha funzionato in
Spagna. Buttiamo a mare pure, questa e distruggiamo tutto. Sono impulsi di
decomposizione e di smembramento nazionale che cercano di colpire quel che
ancora può salvare l'equilibrio sociale.
Liquidiamo la Monarchia parlamentare, le nostre libertà costituzionali e ai cosiddetti movimenti popolari di procedere
sulla via della catarsi» della società.
Tiriamo fuori le bandiere della repubblica migliore che mai sia apparsa sulla faccia della terra, quella che
provocò la guerra civile e che in Spagna è stata sempre un insuccesso, quella che
ha diffuso il settarismo, la rivoluzione, le tendenze autonomiste catalane e
via dicendo. La repubblica delle illusioni, della perfidia e delle crudeltà che
hanno portato il Paese allo sbando più completo ed in nome del quale si vuole
colpire un uomo che sa parlare alla gente. Che ha diritto di vivere comunque
una sua vita privata e che sa rimanere al di sopra della baraonda dei partiti accesi dalle cupidigie
insaziabili e dalle brame di potere.
Il Re ha chiesto perdono. Perché adesso non lo chiedono tutti
coloro che hanno portato la Spagna al collasso? Non era obbligato a farlo, non
c’è una legge che lo induca per forza ad agire in questo senso ma ha risposto all'inquietudine che s. era generata.
Dove sono i caporioni di quella sinistra radicale protagonisti di scandali, abusi
e arbitri a tutti i livelli e che ora reclama una morale? Quei rappresentanti che
hanno assistito alla distruzione di tanti posti di lavoro mentre il governo socialista
si riempiva le tasche con le varie commissioni, i falsi corsi di lavoro e le
tante sovvenzioni? Le loro negligenze hanno affossato il mercato del lavoro e
tanta gente al limite della pensione. E i sindaci e i presidenti delle
autonomie? E’ tutta una masnada di politici che volgarmente ciarlano e rimarcano
gli errori altrui ma non impiegano la stessa virulenza nel reclamare
atteggiamenti di ravvedimento perse stessi e i loro compagni di partito,
imputati e condannati per le più ampie malversazioni.
Il Re ha dimostrato una dignità che loro non hanno, ha dato una lezione ad una classe politica che non ammette mai niente. Le sue parole hanno colpito la gente perché non si è abituati a sentir chiedere perdono nella vita publica. Qualcuno voleva che si scusasse in privato qualche altro voleva che non lo facesse per niente ed altri ritenevano che dovesse far passare un po' di tempo ed aspettare che la situazione si tranquillizzasse. Li ha sorpresi tutti, specie i compagni di Izquierda Unida ed altri partiti di sinistra che intendevano continuare a speculare sulla situazione. E’ la dimostrazione di un punto di riferimento istituzionale ed emozionale in tempi di grande avversità.
Il Re ha dimostrato una dignità che loro non hanno, ha dato una lezione ad una classe politica che non ammette mai niente. Le sue parole hanno colpito la gente perché non si è abituati a sentir chiedere perdono nella vita publica. Qualcuno voleva che si scusasse in privato qualche altro voleva che non lo facesse per niente ed altri ritenevano che dovesse far passare un po' di tempo ed aspettare che la situazione si tranquillizzasse. Li ha sorpresi tutti, specie i compagni di Izquierda Unida ed altri partiti di sinistra che intendevano continuare a speculare sulla situazione. E’ la dimostrazione di un punto di riferimento istituzionale ed emozionale in tempi di grande avversità.
Il principe ereditario Felipe è sempre stato accanto al padre ed ha seguito passo dopo passo lo sviluppo dei fatti. Il suo ruolo cresce. Ha mantenuto nel trambusto gli arti previsti che doveva assoIvere ed ha sostituito il Re nelle circostanze in cui non ha potuto essere presente per l'incidente subito. I suoi compiti, con crescente sicurezza ha continuato a svolgere sua moglie la principessa Letizia, senza tralasciare nulla. La Regina Sofia ha fatto lo stesso, soffrendo in silenzio ed ha ricevuto al palazzo della Zarzuela la Regina Silvia di Svezia in visita in Spagna con il Re Gustavo Adolfo, il quale a suia volta ha sottolineato “il valore del perdono che bisogna dare e saper chiedere. Sono attitudini morali che bisogna rimarcare in una situazione politica e sociale complicata.
La Spagna vive un momento davvero difficile e si cerca di montare da parte di alcuni un processo alla Monarchia accumulando fatti come l'incidente del piccolo nipote del Re, Felipe Juan Froilan dovuto a uno sparo di fucile e i procedimenti giudiziari contro suo genero Inaki Urdagarìn cui si aggiunge ora il viaggio di Juan Carlos in Botswana.
E’ un’offensiva sviluppata dal governo socialista dì Zapatero, volto a distruggere i punti unione e a ricreare le faziosità che alimentno gli scontri per sovvertire il sistema e determinarne un altro favorevole all’accettazione totale di principi abnormi e pseudo progressisti.
Nella Monarchia però la legittimità del Re è storica, la sua persona e l'istituzione che rappresenta si sottraggono ai contrasti delle parti plolitiche ed incarnano una Nazione precedente alle scelte politiche del momento. La Nazione è eredità ricevuta dalle generazioni anteriori, bisogna gestirla nel modo migliore e e proiettarla nel futuro per quanti dovranno ancora nascere.
Se si vuole salvare la Spagna bisogna salvare queste concezioni.
Nell'incontro con il capo del governo Rajoy, subito dopo il Re non ha scartato la possibilità di migliorare l'informazione sui suoi movimenti. Il PP al governo intende lasciare ogni decisione al riguardo nelle sue mani.
Il governo appoggerà le misure da adottare ma non se ne farà promotore e non darà impulso a cambiamenti della situazione attuale. L’informazione sui viaggi privati del Re fa supporre che ogni viaggio comporti un dispiego di sicurezza a spese di tutti gli spagnoli il che è assurdo. Interrogato sul viaggio del Sovrano il governo ha fatto sapere che “conosceva quel che conosceva” ossia dove stava il Re.
Le scuse di Juan Carlos sono scaturite dai colloqui con il
principe Felipe che si sta assumendo sempre maggiori responsabilità. Fonti della Casa Reale hanno affermato che, lo stesso principe ereditario è favorevole alla redazione di uno statuto che regoli le funzioni della Famiglia Reale ed ha deciso di farlo sapere all’Esecutivo.
Nulla si farà però finché non terminerà il processo in cui è implicato il genero del Re perché ogni alterazione legale rispetto ai membri della Casa Reale potrebbe supporre una perturbazione dello stesso, processo ciò che la Zarzuela non desidera in alcun modo. Terminato il giudizio il governo manderà avanti la riforma legale.
Intanto dopo l'operazione subita a seguito dell'incidente in Botswana e dopo aver mantenuto per
un mese e mezzo soltanto un'attività ufficiale all'interno del Palacio de la Zarzuela il Re ha presieduto il due di giugno il Giorno delle Forze Armate a Valladolid ed è partito il giorno dopo per il Brasile alfine di preparare, l'incontro del Paesi iberoamericani che quest'anno si svolgerà a Cadice in Spagna nel mese di novembre.
Questo appassionato articolo, da solo, merita l'acquisto dell'ottimo giornale in edicola. Ve lo consigliamo.
Lo staff
Nessun commento:
Posta un commento