NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 19 aprile 2013

Quali vantaggi ci porterebbe la Monarchia a confronto con la repubblica?


Da un anno e mezzo a questa parte è sempre più evidente il fallimento repubblicano. In questi giorni in cui si parla dell’elezione del nuovo presidente pare essere al mercato, e ancora una volta la guerra per la poltrona la fa da padrone. La divisione tra le varie parti politiche è più che evidente e ci accingiamo ad avere un capo di stato effimero ed in mano ai voleri dei partiti, ma soprattutto non rappresentante il popolo.
Di seguito esporrò quelli che potrebbero essere i miglioramenti che si avrebbero col sistema monarchico.
L’unità, senza la quale non ci sarebbe l’autorità vera ed indispensabile a garantire l’indipendenza nazionale e un maggior rispetto delle istituzioni europee e mondiali. La repubblica invece ci sta dividendo e ci induce ad uno stato di guerra civile latente.
Gli interessi superiori del paese sono sacrificati alle lotte partitiche. Il Re, che è al di sopra dei partiti, potrebbe occuparsi pienamente dei bisogni degli italiani in maniera più pragmatica di quella dei partiti, sottomessi al loro elettorato, piuttosto che al benessere generale della collettività.
La continuità e la successione pacifica, conseguenza dell’ereditarietà del potere. Inoltre si potrebbero raggiungere degli obiettivi a lungo termine. La continuità del potere monarchico contrasta con l’instabilità politica di quei paesi retti da repubbliche (questo periodo ne è per noi l’esempio più eclatante). Ora, ogni sette anni il potere cambia e il governo si prepara alla rielezione, mettendo in atto tutto il suo meccanismo demagogico e dando inizio al balletto degli accordi… E quanto costa questo meccanismo??? Una successione ereditaria non costerebbe niente, ma sarebbe l’occasione per il Sovrano di consacrare l’intera sua vita al bene del paese, in quanto non dipende dagli interessi partitici e non ha altro interesse che favorire il benessere e la stabilità del suo popolo. Un presidente, invece, eletto dal voto dei partiti, dipenderà dal volere di questi!
L’indipendenza. Essa è la qualità di un regime che non gode di un’elezione, che lo legherebbe al potere dell’opinione pubblica, obbligandolo a praticare una demagogia sfrontata al fine di raccogliere suffragi, distruggendo le libertà locali, municipali, regionali, professionali, tutte piccole ‘aziende’ a cui il Re permetterebbe di vivere e organizzarsi liberamente. Al di fuori degli accordi elettorali, sarebbe in situazione di arbitro!


La responsabilità. Gli interessi dinastici e personali del Re si confondono con gli interessi nazionali, mentre il potere repubblicano lascerebbe la responsabilità alle maggioranze e agli scrutini.


La legittimità. Vale a dire un potere esercitato solo in vista del bene comune, indipendentemente dagli interessi partitici e monetari. Lo Stato reale pone la sua legittimità nella storia e al servizio reso al paese nel corso dei secoli. Non c’è legittimità in democrazia, poiché il potere è il frutto delle competizioni elettorali, esercitato dai partiti in base ai loro capricci.


ANDREA ZERBOLA

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