NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 21 maggio 2013

In margine alla trasmissione "l'Ultimo Re"


Un nostro lettore ci comunica di aver scritto alla RAI la seguente lettera:







[...]

Mi rendo conto che le necessità di spazio e di "impostazione" non abbiano consentito certi approfondimenti (ad esempio quello del prestito di 10 milioni del Papa - non avendo il Re mezzi economici per affrontare l'esilio - poi restituito tramite l'allora Mons. Montini dopo essere venuto in possesso, a Londra,  del premio dell'Assicurazione sulla vita del Re Umberto I).
Forse sarebbe stato anche significativo citare qualche giudizio positivo sul Re Umberto, almeno quello di Churchill, o di Parri, o di Einaudi...

Mi preme però far presente una cosa: Emanuele Filiberto  ha detto, nel programma, che "Il Re uscì (il 13 Giugno) dal portone  'posteriore'  del Quirinale".
Vedo purtroppo che questa  gravissima inesattezza  è anche ripresa nei comunicati della trasmissione.

Il Re partì alla luce del sole, dopo gli onori militari dovuti al Capo dello Stato, con il "Gagliardetto Reale" sulla automobile ufficiale  (dove sedeva insieme al Ministro Lucifero e al Gen. Infante) e la sua vettura era seguita da altre.

Inoltre, mi si permetta di dire che enfatizzare la frase "Regnò un mese soltanto" è corretto nella forma ma non lo è nella sostanza, che fa la storia: Egli fu Capo dello Stato, con tutti i poteri e le prerogative inerenti alla carica, per due anni, dalla nomina a Luogotenente Generale nel giugno 1944 alla partenza nel giugno 1946.  
Tutti i Decreti (prima D.L.L. - Decreto Legislativo Luogotenenziale - poi R.D. - Regio Decreto)  e Atti dello Stato (Sentenze, ecc.) erano a Lui intestati.  Da Luogotenente,  ad esempio, indisse il Referendum (Marzo 1946), concesse lo Statuto di autonomia alla Regione Siciliana e, quale Capo dello Stato, gestì 4 crisi di Governo:  da Badoglio a Bonomi; Bonomi II; Parri;  De Gasperi (crisi cruciale del dicembre 1945). 
Nei verbali del Consiglio dei Ministri, quando divenne Re il 9 Maggio, si legge che De Gasperi, a chi sollevava obiezioni, rispose giustamente che i poteri del Capo dello Stato restavano invariati nonostante l'assunzione della piena titolarità formale della Corona.
Grato per l'attenzione vi saluto cordialmente.

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