NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 24 maggio 2014

La presa del potere da parte dei Fascisti fa ancora discutere su 7 del Corriere della Sera

In merito alla presa di potere dai parte di Mussolini, bisogna leggere i nomi i degli autori, quando hanno scritto e di che parte politica erano dal momento che nell'ascesa regolare al governo dei fascisti, pesantissime responsabilità ricadono sui socialisti, incapaci di intraprendere la strada positiva del riformismo, sognando invece la rivoluzione di tipo "sovietico", e sui popolari (i democratici cristiani dell'epoca), che rifiutarono l'appoggio a Giolitti, per poi darlo, all'inizio, a Mussolini. 
Quanto al delitto Matteotti, è tutto un altro discorso, avvenuto nel 1924, ed anche qui nella mancata sfiducia a Mussolini, vi è la pesantissima responsabilità degli “aventiniani" che, disertando il Parlamento e non cercando di operare lo sgretolamento della maggioranza, dove i fascisti, incredibile a dirsi e a credere, non erano la maggioranza dei gruppo, diedero campo libero a Mussolini, che poté pronunziare il celebre discorso del 3 gennaio 1925. 
Quanto alla pistola, la sua similitudine è suggestiva, ma nell'ottobre 1922 la pistola era scarica!
Domenico Giglio



Lei sostiene che la conquista del potere da parte di Mussolini non fu democratica. lo direi che nella valutazione del modo ci si debba basare non tanto sull'assegnazione, dopo la marcia su Roma, della funzione di Primo Ministro in un governo di coalizione nel quale i fascisti erano largamente minoritari ma su come andarono le successive elezioni tenute nel 1924, nelle quali ci fu un avallo finale e decisivo secondo il sistema della  democrazia elettorale. 

I risultati in cifre sono questi: votanti 7.614.451, di cui voti    validi 7.021.551. con un aumento dei 5,4% rispetto alle antecedenti elezioni del 1921. Il listone fascista prese 4.305.936 voti, più 347.552 che raccolse la cosiddetta lista bis, pari dunque al 66,3% dei voti validi. Le liste parallele liberali altri 199.024 voti, 2,8%. Le opposizioni ebbero i seguenti voti: Liste costituzionali 124.360, 1,8%; Democrazia sociale 100.174,1,4%; Ppi 637.649, 9,1%; Psu 415.148,5,9%;  Psi 341.528,4,9%; Pri 112.906,1,6%; PUI 268191,3,8%. C'erano poi il Partito dei contadini 1%, quello Sardo d'Azione, 0,3%, le Minoranze tedesche e slave con lo 0,9% e dei dissidenti fascisti con lo 0,2%. 

Molto interessante mi sembra poi la distribuzione dei voti fascisti: al Nord 54,3%, al Centro 76%, al Sud 81,5%, nelle Isole Il 69,9%. Aggiungo come la roccaforte fascista fosse risultata l'Emilia, 459.154 voti contro 181.213 alle altre liste. Risulta dunque innegabile che queste elezioni, le ultime, poi la dittatura, furono largamente vinte dal Partito fascista. 

Se questa non fu una conquista per via democratica in elezioni nelle quali il popolo avrebbe potuto esprimersi in altro modo, cosa altro è stata o come la dobbiamo chiamare? 
A me sembra espressione di una volontà popolare i cui componenti non possono non avere valutato i precedenti metodi non democratici di lotta delle fazioni politiche in campo.

Carlo Dinale

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