NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 5 agosto 2014

La libertà del conclave garantita da un ministro massone ed anticlericale

di Francesco Motto

Crispi e Don Bosco
In miseria accetta di essere aiutato da don Bosco

L’avvocato siciliano Franccsco Crispi in esilio volontario a Marsiglia dopo la rivoluzione siciliana del 1848-1849 e poi formalmente espulso dal Regno delle due Sicilie per motivi politici, nel settembre 1849 si era trasferito a Torino. Nella capitale del Regno di Sardegna, l'unico stato italiano che avesse mantenuto la sua costituzione, l'esule ebbe uno scambio epistolare con Giuseppe Mazzini, del quale condivideva l'ideale repubblicano. Rimaneva però critico con la politica piemontese, per cui in occasione della fallita insurrezione mazziniana del febbraio 1853, il 6 marzo, fu arrestato dalla polizia torinese, interrogato e incarcerato. Trasferito la settimana dopo a Genova, fu fatto salire su di una nave in partenza. Destinazione obbligata: la colonia britannica di Malta.
Ora nel corso del soggiorno torinese il Crispi conobbe la povertà e forse anche la fame. Don Bosco - ci raccontano le cronache salesiane - a passeggio con un gruppo di fanciulli lo intravide un giorno vestito molto dimessamente, come di una persona in difficoltà economiche, e lo invitò a venirlo a trovare a Valdocco. Ci venne, si sedette a mensa con don Bosco e così fece per varie settimane, visto anche che stava in affitto presso la Consolata, non lontano da Valdocco. Nel corso dei colloqui il Crispi si interessava anche di quanto vedeva sotto i suoi occhi e del modello educativo di don Bosco, il quale sembra sia riuscito anche a confessarlo. Talora don Bosco incaricava un amico di Castelnuovo di portargli il pranzo, del denaro, indumenti e scarpe. Se lo faceva per tanti ragazzi bisognosi accolti in casa sua, non mancava di farlo anche per un borghese impoverito (che si sarebbe poi arricchito, anche se non gli sarebbero mancati altri periodi economicamente critici).

Un conclave fuori Roma? Fuori Italia?

I due si persero po’ di vista. Don Bosco rimase a Torino a sviluppare la sua opera, mentre il Crispi intraprese un lungo e tortuoso percorso politico, che lo portò ad essere il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò, convertendosi da mazziniano a sostenitore degli ideali monarchici. Divenuto "Maestro di loggia massonica”, anticlericale e ostile al Vaticano, dopo l'unità d'Italia fu poi quattro volte presidente del Consiglio, oltre che anche ministro degli Esteri e ministro dell'Interno.
In questo ultimo ruolo dovette affrontare il caso del conclave alla morte di Pio IX il 7 febbraio 1878 allorché don Bosco scriveva al vescovo di Rio de Janeiro: "Pio IX non è più. Roma è in costernazione. Tutti i cardinali e tutto il corpo diplomatico è al Vaticano".

Fra i cardinali presenti in Roma era maggioritaria l'opinione che si dovesse tenere il conclave fuori di Roma, "occupata" com'era dal Regno d'Italia e a rischio di disordini antipapali da parte delle sinistre estreme. C'era anche chi proponeva di tenerlo fuori dell'Italia, in territorio austriaco o francese. Confidando però che il governo italiano, a norma della legge delle Guarentigie (rifiutata dal papa) avrebbe provveduto ad evitare qualsiasi "esterna violenza" alle adunanze del conclave, onde garantire la completa libertà personale dei cardinali, questi si accordarono nel tenere l'assise in Roma. Ovviamente entro le mura della città del Vaticano, vista l'indisponibilità del Quirinale, al momento occupato dal neo re d'Italia Umberto I.

Nell’ufficio dei ministro dell’interno

Don Bosco si trovava a Roma da quasi due mesi. Avvicinava amici, benefattori, esponenti dell'aristocrazia e nobiltà romana, autorità religiose e civili. Aveva bisogno di appoggi, permessi, concessioni, "privilegi", sostegni economici soprattutto da quando annualmente lanciava spedizioni missionarie in America Latina. Di propria iniziativa - o su suggerimento di qualche prelato pontificio ben informato delle sue precedenti missioni ufficiose presso esponenti politici - pensò bene di sondare le reali intenzioni del governo Depretis e particolarmente del ministro dell'Interno Crispi. Non si potevano infatti escludere pressioni indebite in Roma e all'interno della stessa città del Vaticano.
Chiese dunque udienza all'onorevole Crispi, che il 16 febbraio lo ricevette. Dopo i convenevoli ed i ricordi dei tempi di Torino, passarono a parlare dei problemi dei minori in carcere, tanto che il ministro chiese a don Bosco un programma di lavoro ispirato al suo sistema preventivo ed anche la ricerca in Roma di luoghi di educazione, di proprietà del governo, dove applicarlo. Cosa che don Bosco fece subito, inviando il 21 febbraio al ministro un memorandum “di poco costo al governo e di facile esecuzione”, come lo avrebbe definito successivamente rimandandolo al successore di Crispi, l'onorevole Giuseppe Zanardelli, pure da don Bosco avvicinato anni prima nel collegio di Lanzo Torinese.
Ma più che più interessava in quel frangente era la garanzia della libertà di conclave. Crispi gliela assicurò, don Bosco riferì soddisfatto in Vaticano e il ministro effettivamente bloccò sul nascere i cominciati turbamenti dell'ordine pubblico. I cardinali diedero inizio alle votazioni nella cappella Sistina il 19 febbraio e la mattina del 20 il cardinal Pecci era già eletto Sommo Pontefice con il nome di Leone XIII.

Don Bosco non incontrerà più il Crispi, costretto a dimettersi dal ministero quindici giorni dopo per accuse di bigamia. Riprenderà i contatti con il suo successore e con vari altri ministri della stessa Sinistra Storica. Era convinto che l'Opera salesiana fosse a servizio del bene comune e promuovesse l'educazione dei giovani d'Italia e del mondo; dunque la politica, anche quella ostile alla chiesa, doveva tutelarla e non ostacolarla.

dal Bollettino Salesiano, Luglio Agosto 2014

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