NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 1 dicembre 2014

Bulgaria, Romania, Serbia insegnano, ma l’Italia non impara.

di Domenico  Giglio

In  questi  ultimi  mesi, in  vari  stati  dell’ Europa  balcanica, sono  avvenuti   diversi  fatti  riguardanti  il  rapporto  tra  le  attuali  istituzioni  repubblicane  ed  i  rappresentanti   delle  locali  Dinastie, attualmente  non  regnanti, sui  quali  ritengo  opportuno  soffermarci, forse perché  probabilmente  poco  conosciuti.
Cominciamo  dalla  Bulgaria, dove  il  Re  Simeone  II, da anni   rientrato  con  tutti  gli  onori  e  che  per  il  periodo  2001- 2005  è  stato  Primo  Ministro  e  poi  ha  governato in  coalizione  fino  al  2009 portando  la  Bulgaria  nella  Nato  e nella  Unione  europea, grazie  alla  sua  credibilità internazionale  ed  alle  riforme  avviate  dal  suo  governo, non  manca   occasione  che  il  Governo  non  gli  riserbi  particolari  attenzioni, e  dove  in  occasioni  di  anniversari  storici  e  dinastici  le  Poste  bulgare, non  dedichino  splendidi   francobolli, racchiusi  in  eleganti  “foglietti”  come  fatto  con  lo  Zar  Ferdinando   e  recentemente  con   Re  Boris. Proseguiamo  ora  con  la  Romania, dove  in  occasione  delle  recentissime  elezioni  presidenziali, alle  quali  la  cosiddetta  “grande  stampa” italiana  ha  dedicato  pochissimo  spazio, forse  perché  a vincere  è  stato  il  candidato  del  centro-destra, lo  stesso, appena  eletto  si  è  recato  a  rendere  omaggio  a  Re  Michele, invitandolo  ad  intervenire  alla  cerimonia  del  suo  insediamento. Mossa  cortese  ed  intelligente  in  quanto  i  sondaggi  di  opinione  danno  percentuali  intorno  al  40%  di  romeni  favorevoli  ad  un ritorno  della  Monarchia   e  vedono   decine  di  migliaia  di  persone  stringersi  intorno  al  Re, come  in  occasione  del  suo  genetliaco, mentre  il  principe  Nicola  si  reca  a  portare  aiuti  e  solidarietà  dove  sono  avvenute  disgrazie  naturali, in  quella  che  è  sempre  stata  una  caratteristica  delle  Case  Regnanti, ed  in  Italia  gli  esempi  furono  innumerevoli  e  significativi  durante  tutto  il  Regno, ed  anche  successivamente  durante  l’esilio  di  Umberto  II, pur  nella  ristrettezza  di  mezzi  materiali , in  quanto  i  Savoia   hanno  sempre  dato  all’Italia  ed  agli  Italiani,  molto  e  molto  di  più  di  quanto  hanno  ricevuto,solo  considerando  la  donazione  allo  Stato  Italiano , da  parte  di  Vittorio  Emanuele  III, della  sua  collezione  numismatica  di  eccezionale  valore  storico  e  di  altrettanto  valore  economico.
Ma  la  Serbia  ha  fatto  forse  di  più  con  gli  onori  resi  alla  salma  del  Re  Pietro  II, rientrata  e  sepolta in  patria,con  presenza  di  Capo  di  Stato  e  di  Governo, del  Metropolita  della  Chiesa  Nazionale  Ortodossa, pur  avendo  questo  Sovrano  regnato  effettivamente  per  pochi   mesi, dopo  il  lungo  periodo  di  reggenza, dal  1934 , data  dell’assassinio  di  suo  Padre , il  re  Alessandro  I, per  il  quale  le  Poste  Serbe  hanno  emesso  un  francobollo  nel  125°  anniversario  della  nascita, al  1941, quando  poi  per  l’invasione  dell’ allora  Jugoslavia, da  parte  delle  truppe  italiane  e  tedesche, fu  costretto  a  rifugiarsi  in  Inghilterra, per  non  cadere  prigioniero  di  Hitler, e  questo  senza  parlare  di  “fuga”, ma  di  necessario  trasferimento, non  essendovi  nessun  territorio  jugoslavo  libero  dalla  presenza  di  occupanti  stranieri, per cui  chi  sa  intendere, intenda !
E  sempre  in  Serbia, a  Belgrado, in  una  piazza  centralissima  della  Capitale  è  stato  inaugurato  in  questi  giorni, un  monumento   a  Nicola  II,  lo   Zar  di  tutte  le  Russie ,   ora  santificato  dalla  Chiesa  Ortodossa,di  cui  erano  presenti  le  massime  autorità  russe  e  serbe, in  quanto  ritenuto  il  salvatore  della  Serbia, nel  famoso  luglio  1914, quando  con  la  sua  solidarietà  al  piccolo  stato  balcanico  attaccato  dall’Austria- Ungheria   assicurò  il  suo  intervento  nella  guerra  appena  scoppiata, anche  se  questa  decisione  contribuì  all’espansione  del  conflitto, con tutte  le  conseguenze  che  ben  conosciamo, e  che  nel  caso  dell’ Impero  Russo, portò  alla  sua  dissoluzione  nel  1917  ed  alla  scomparsa   della  famiglia  imperiale, Zar , Zarina, Zarevic  e  le  tre  figlie principesse, trucidata  dai  comunisti  nel  1918  ad  Ekaterinenburg.




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