Giovan Battista Scapaccino, carabiniere, prima medaglia
d’oro al valor
militare, concessa alla memoria, per
non aver tradito
il giuramento di
fedeltà al Re
Carlo Alberto, quando la
sera del 3
febbraio 1834 dei
rivoltosi mazziniani impadronitisi
della casermetta di
Les Echelles, in Savoia, volevano imporgli
di gridare “Viva
la repubblica” ed
al suo grido
di “Viva il Re!”,
lo avevano crivellato
di proiettili, era celibe, per
cui a nessun
figlio o coniuge
sarebbe andato un
riconoscimento pensionistico.
Invece con una
sensibilità tipica di
Casa Savoia, per quella che
Benedetto Croce definì: ”…la
singolare unione di
sovrani e popolo
propria della storia” sabauda, di cui
un esempio poco
conosciuto era stato
nel 1700, durante la guerra
contro Francesi, spezzare il
proprio Collare dell’Annunziata da
parte di Vittorio
Amedeo II,per distribuirne
i pezzi ai
poveri, fu proposta ed
accolta dal Re, la
concessione, vita natural durante, di
una pensione ai
genitori dello Scapaccino, il cui
documento originale si
trova a Roma, nel
Museo dell’ Arma del
Carabinieri, in Piazza Risorgimento.
Domenico Giglio
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