NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 6 maggio 2015

MONARCHICI DIMENTICATI

di Domenico Giglio


Dopo  la  serie  di  libri  dedicati  ai  numerosi  e  poco  conosciuti  retroscena  e  pagine  oscure  della  Resistenza, per  la  parte avutavi  dai  comunisti, che  tanto  successo  hanno   riscosso, Giampaolo   Pansa affronta  un  tema  strettamente  politico  con  il  suo ultimo  lavoro  sulla  Destra  in  Italia, ( “La  destra  siamo  noi”- editore  Rizzoli – 2015 –euro 19,90 ) , che, è bene  precisare  non  arriva  a  trattare  di  “Alleanza  Nazionale”.  L’ interesse  per  chi  abbia  sempre  militato  e  votato  per  quel  settore  è  senza dubbio  notevole  per  cui  prima  di  accingerci  alla  lettura  del  volume, abbiamo  voluto  scorrere  l’indice  dei  nomi  per  vedere  quali  e  quanti  esponenti  del  partito  monarchico  fossero  citati  e da    risalire  al  testo   ad  essi  dedicato. Ebbene  i  soli  due  nominativi  sono  quelli  di  Covelli  e   Lauro  e  le  poche  pagine  che  ne  parlano  si  riferiscono  alle  elezioni  politiche  del  1958 , quando  i  monarchici  si  presentarono  divisi  in  due  partiti , il primigenio  Partito  Nazionale  Monarchico, simbolo  “Stella  e  Corona”, leader  Alfredo  Covelli, ed  il  Partito  Monarchico  Popolare, simbolo  “Leoni  e  Corona“, leader  Achille  Lauro, e  di  questi  partiti  e  parlamentari  si  racconta  solamente  di  una  relazione  di  un deputato  laurino  con  un  commesso. E  questo  in  quanto   Pansa, ha  impostato  la  stesura  del  suo  libro   su  di  un  racconto  intervista  di  un  ipotetico  funzionario  ministeriale  a   riposo,  conoscitore  delle  “secrete  cose”, ivi   compresi  pettegolezzi.
Dunque  per  i  monarchici  citazione  solo  per  il  1958. E  prima? Non  erano   esistite  le  elezioni   amministrative  del  1952  con  la  conquista  dei  principali  Municipi  della  Campania  con  Napoli, Salerno, Avellino  e  Benevento, e  della  Puglia  con  Bari, Foggia  e  Lecce, da  parte  del  Partito  Nazionale  Monarchico,  apparentato  con  il  MSI, con  il  PNM   in  posizione  prevalente  e  con  tutti  i  Sindaci  monarchici ? E  questa  non  era  “destra”? Non  si  erano  tenute  il  7  giugno  1953  le  elezioni  politiche  con  40  deputati  monarchici  e  26  missini, totale  66, e  16  e  9  i  senatori,per  un  totale   di   25  esponenti  della  destra? Di  tutto  questo  non  vi  è  notizia  o ricordo, né  dei  tentativi  antecedenti  del  1952  per  la  creazione  di  una  “grande  destra”  con  il  Partito  Liberale, segretario  l’on. Villabruna, che  disse  no, il  Movimento  Sociale, segretario  l’on. De  Marsanich, che  disse  ni  ed  il   solo  Partito  Nazionale Monarchico , segretario  Covelli,  favorevole.
Perciò  il  lavoro, senza  dubbio  interessante  di  Pansa, si  limita  alle  vicende  ed  alle  trasformazioni  del  Movimento  Sociale, ed  in  effetti   questo  è  particolarmente  esatto  dal  1972, da  quando  cioè  scomparve  dalla  scena  politica  il  PDIUM, erede  dei  due  partiti  monarchici  sopra  citati, che  era  l’altra  componente  della  Destra, forse  ancora  più  tipica  e  corrispondente  al  termine,per  la  sua  impostazione  liberaldemocratica. Da  questa  scomparsa  come  partito  autonomo  e  come  parlamentari, non  bilanciata  per  mancanza  di  mezzi  dalla  esistenza  di  una  parte  non  trascurabile  del  PDIUM  che  non  aveva  accettato  la  infelice  e  fatale  confluenza  nel  MSI, ed  era  rimasta  indipendente, ma  senza  più  il  partito, nasce  questa  dimenticanza  sull’azione  politica  e  parlamentare  dei  monarchici  anche  per  periodi  in  cui  questa  presenza  era  invece  significativa  ed  anche  cospicua,  e  pure  ricca  di  iniziative  proprio  per  costituire  una  destra  moderna, sociale  e  liberaldemocratica, come  esistente  in  altri  importanti  paesi  europei. Cioè  una  destra  di  governo !
Purtroppo  è  la  conferma  che  quando  un  movimento  politico, di  medie  dimensioni, privo  di  radici  profonde ( Il  PNM  era  nato  nell’agosto  1946 ), scompare, dopo  una  vita  travagliata,  e con  esso  il  suo  simbolo  elettorale, viene  presto  dimenticato  dall’opinione  pubblica, ma  chi  scrive  di  storia  non  può  cancellare  una  componente  della  destra, oltre  tutto  inserita  nella  vita  parlamentare  ed  i  cui  voti  non  erano  “respinti”, come  quelli, all’epoca,  del  MSI. Quanto  poi  alle  altre  presenze, giustamente  è  stato  dato  largo  spazio  ad  Indro  Montanelli, monarchico  risorgimentale, grandissimo  giornalista sempre  però  indipendente  da  partiti, quale  tipico  esponente  di  questo  settore, mentre  è  stata  completamente  ignorata  l’intensa  attività  giornalistica  di  Domenico  Fisichella, come  editorialista  de  “ Il Tempo”, fin  dal  lontano  marzo  1977, prima  di  scendere  in  politica  nel 1992 , che  propugnava   per  una  nuova  destra   i  valori  storici  liberali, nazionali  e  sociali  con  la  costanza  e  la  metodicità  dello  studioso, valori  che  sperava  venissero  realizzati  con  “ Alleanza  Nazionale”.

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