NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 24 giugno 2015

E intanto grazie a Waldimaro Fiorentino


Al rientro dalla prima parte delle vacanze abbiamo trovato nella cassetta delle lettere, graditissima sorpresa, due pubblicazioni del dottor Waldimaro Fiorentino, bandiera monarchica dell'Alto Adige.
Potremmo limitarci a ringraziarlo ma non sarebbe sufficiente e soprattutto non sarebbe giusto.

Abbiamo letteralmente divorato il libro sulla Grande Guerra per diversi motivi: il primo è perché l'argomento è di fondamentale importanza nella storia d'Italia e particolarmente in quella del Regno d'Italia che, giovanissima istituzione di poco più di 50 anni, seppe portare all'unità ed alla grandezza le genti di lingua italiana.
Il secondo è perché, pur se si tratta di una visione panoramica di un argomento di enorme portata, il libro è ricco di informazioni che anche ad appassionati di storia, quali riteniamo di essere, risultano nuove e spalancano ampie finestre di luce su un periodo che viene bistrattato a forza di luoghi comuni, ignorando invece quanto elevate fossero le menti che gestirono un così difficile periodo della storia patria e soprattutto anche tanti coerenti, logici, sinceri gesti per salvare la pace (fin quando si potette) e l'onore.

Il tentativo, ad esempio, di acquistare dall'Austria Ungheria porzioni di territorio nazionale pagandole in oro (come potremmo mai fare una cosa del genere adesso?).
Nel libro viene posta in risalto, ed offre importanti spunti di approfondimento, anche la grande figura del Re Vittorio Emanuele III, che da vincitore seppe pronunciare parole che solo i grandi uomini possono pronunciare nel momento della Vittoria:

"Nel Discorso della Corona del 1° dicembre 1919, Vittorio Emanuele III disse: 

«L'Italia non voleva la guerra né era disposta ad averla. Accettò la guerra come un terribile dovere per il trionfo della giustizia... All'infuori di ogni atto diplomatico di ogni accordo, di ogni trattato, al di sopra di ogni situazione, al di sopra della vittoria stessa è la giustizia. L'Italia, che partecipò alla guerra e soffrì nella guerra per senso di giustizia, vuole rappresentare una forza viva di progresso, una garanzia sicura di pace. 
La pace non è solo nei trattati e nelle sistemazioni territoriali: la pace è soprattutto nella coscienza del diritto. Vincitori e vinti hanno tutti lo stesso bisogno di lavoro e tutti hanno la necessità di rasserenare gli animi. Non vi può essere una pace per i vincitori ed una per i vinti; ma lo stesso senso di umana clemenza e di umana virtù deve essere in ogni paese»."

Questo il Sovrano che la Nazione si è onorata di avere per 46 anni.

Ancora va ricordato ciò che viene descritto nel finale del libro: il personale interessamento del Re per il sostentamento delle famiglie che avessero avuto soldati arruolati per l'Austria Ungheria che ancora non avevano fatto ritorno alle loro case, prescindendo dalle nazionalità.

E altro ancora.

Ringraziamo il dottor Fiorentino per l'onore fattoci e per aver condiviso con noi il frutto delle sue fatiche.
Ai nostri amici ne raccomandiamo la lettura.

"La prima Guerra Mondiale", Waldimaro Fiorentino, Edizioni Catinaccio Bolzano, Via Cesare Battisti 46, 39100 Bolzano


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