NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 18 giugno 2015

SERGIO BOSCHIERO: UNA AMICIZIA DI 58 ANNI


di Domenico Giglio



Sergio Boschiero in secondo piano
dietro il Re, nel 1978
Nel  1957  vi  fu  un  avvicendamento  nel  Movimento  Giovanile  del  Partito  Nazionale  Monarchico (in Parlamento con 40 deputati e 16 Senatori eletti nel 1953): Renato  Ambrosi  de  Magistris, rieletto  Segretario Nazionale nel  Congresso  Nazionale  di  Napoli, nel  1954, per  motivi  di  lavoro  e  di  età, lasciava spontaneamente  la  carica  ed  indicava  al  Segretario  del  partito, l’on. Covelli, come  successore il  ventiquattrenne  Domenico  Giglio che, nel  Congresso  del  1954,  si  era  battuto  nelle  file  della  opposizione, risultando  eletto  nel  Consiglio  nazionale  del  Movimento Giovanile, ma  che  si  era  dimostrato  un  valido  collaboratore, al  di  là  della  precedente  divisione, quale  Ispettore  Regionale  Giovanile  della  Toscana. 
Accettato  l’incarico  di  Commissario  Nazionale, mi misi  immediatamente  all’opera  per  ridare  slancio  ai  giovani  monarchici  iscritti  regolarmente, che  erano  dell’ordine  di  40.000, ed  in  questa  azione  ritenni  opportuna  e  necessaria  una  conoscenza  diretta  dei  responsabili  locali, quanto  più  ampia  possibile, recandomi  a  visitare  le  federazioni  provinciali  del  PNM. Per  tale  opera, non  avendo  che  un  misero  fondo  spese  per  tutte  le attività, compresi  i  contributi  alle  iniziative   locali, di  Lit. 100.000 mensili, escluso  il  costo  dell’impiegato, pagato  direttamente  dal  partito, risparmiare  nelle  spese  di  viaggio  era  importantissimo,  per cui  scrissi  ai  deputati  e ai senatori  del  PNM - ancora  numerosi malgrado  la scissione del Comandante Lauro del 1954 dalla quale era nato il PMP - se  potevano  fare  omaggio  di  un  biglietto  ferroviario  gratuito. Ricordo  che  aderirono in diversi fra  cui  Bardanzellu, Basile, Cantalupo, Caroleo, Delcroix, Daniele, Degli  Occhi, Matarazzo, per  cui  potei  programmare  un  giro  d’Italia  piuttosto completo.
Venne  così  anche  il  turno  del  Veneto: scrissi  della  mia  visita  al  dirigente  del  Movimento  Giovanile di  Vicenza, da  me  nominato poco  tempo  prima, che  si  chiamava  Sergio  Boschiero. Arrivato  a  Vicenza, nella  sede  della  federazione  del  Partito, facevo  così  la  conoscenza  di  questo  giovanissimo  dirigente, di  appena  ventuno  anni, che  immediatamente  mi  sottopose  il  programma  per  la  prevista  visita  di  due giorni. 
Questo  fatto  mi  colpì  subito  favorevolmente, perché  in  altre  visite  ero  stato  io  a  spronare  il  locale  responsabile, ed  aderii  ben  volentieri  a  quanto  propostomi. Il  programma  prevedeva  infatti  una  riunione  di tutti  gli iscritti  a  Breganze, che  scoprii  essere  il  paese  natale  di  Boschiero, con  consegna  delle  tessere da  me  firmate  ai  numerosi nuovi  iscritti, un  mio  discorsetto  di  circostanza, dopo  la  presentazione  fatta  appunto  da  Boschiero, che  servì  a  dare  alla  riunione  un  carattere  di  concreta  propaganda  ed  a  creare  una  atmosfera  di  entusiasmo  tra  i  giovani. La  sera  successiva  si tenne un  dibattito  in una  sala  con  un  universitario  repubblicano  ed  inoltre  la presentazione  fattami  di esponenti  monarchici  locali, tra  i  quali  ricordo, con  particolare simpatia, il Conte  Almerico  da  Schio, della  famiglia  famosa  per  la  costruzione  di  dirigibili.
Il nostro primo  incontro  fu  quindi  di  particolare  importanza  perché  vidi  in  Sergio  Boschiero  delle  doti  organizzative  e  propagandistiche  non comuni. Nei  mesi  seguenti  la corrispondenza  fu  abbastanza  frequente  con l'adesione di  Boschiero alle  iniziative, specie  storiche,  proposte  dal  Centro, con  le  circolari  ciclostilate. 
Vennero  le  elezioni  del  1958  e, nel  1959,  lasciai  anch’io  il  mio  incarico ma  non  si  interruppero  i rapporti  epistolari che  divennero intensi in  occasione  della  riunificazione  dei  due  partiti  monarchici, nel 1959, nel Partito  Democratico  Italiano. Il PDI riprendeva  la  sigla  del  partito  di  Enzo Selvaggi  e  Roberto  Lucifero, ante  referendum, nella quale mancava l'esplicito riferimento  monarchico, il  che  era  impensabile  ed  ingiustificabile  per  Sergio  Boschiero.
Iniziò  così  una  fitta  corrispondenza  per  convincere  Boschiero  a  rimanere  nel  partito  ed  unirsi  a  tanti  altri  giovani che,  costituito  un  gruppo  denominato  “Rinnovamento  Monarchico”, intendevano  portare  avanti  la  richiesta  del  ripristino  del  nome  monarchico, come  poi  avvenne nel  1961, in occasione  del  Congresso  Nazionale  del  PDI, ottenendo  l’aggiunta  “di  unità  monarchica” e divenendo così il PDIUM.
Boschiero  non  sentì  ragione, ed  allora  gli  proposi  di  entrare  in  quella  organizzazione  che,  dal  1944, si  batteva  per  la  Monarchia, l’Unione  Monarchica  Italiana. In essa, cominciando  dal  Fronte  Monarchico  Giovanile, Sergio compì dal 1960  tutta  la  sua  successiva  vita  politica fino alla sua scomparsa il 3 giugno scorso.
Il  ricordo  di  Sergio  Boschiero potrebbe  terminare  qui, ma  rimarrebbe  un  vuoto  da  colmare  e  spiegare, cioè il salto  da  Breganze a Roma. 
Il  Fronte  Monarchico  Giovanile  dell’ UMI non  viveva  in  quegli  anni  un  periodo  molto  felice  dal  punto  di  vista organizzativo e, sia  pure  diretto  da  un giovane  di  grande  cultura, il  prof. Ernesto  Frattini, che  sarebbe  mancato prematuramente, non  prendeva  iniziative  all’esterno, per  cui  il  Ministro  della  Real   Casa, Falcone  Lucifero, che  seguiva  con  particolare  attenzione  la  vita  dell’UMI, era  abbastanza  preoccupato ritenendo  giustamente che  un  movimento  politico, senza  un  ricambio  generazionale, era  destinato  all’esaurimento, e  quindi  cercava  dei  giovani  che  rilanciassero  l’ideale  monarchico. 
Ritenni  perciò  doveroso, in  una  delle  mie  visite  al   Ministro  della  Real  Casa, accennare  alla  persona  di  Boschiero, proprio  per  i  motivi  che  mi  avevano  colpito  nel  primo  incontro, sottolineando  anche  le  altre caratteristiche  e  la sua  convinzione  monarchica  sabauda  che  aveva  le  caratteristiche  di  una  vera  “fede”. 
Falcone  Lucifero, sempre  attento  ascoltatore,  non  lasciò   cadere  il suggerimento  e  così  iniziò  l’operazione  di  ringiovanimento  del  FMG che, con  la  V Assemblea  nazionale tenutasi  a  Roma  nei giorni  8-9-10  dicembre  1961, doveva  portare  ad  un  totale  rinnovamento  dei  quadri  direttivi, con  la   elezione  di  Massimo  Gamba, di  Bolzano, a  Presidente  e  di  Sergio  Boschiero  a  Segretario  Nazionale.
Rimaneva  il  problema  del  trasferimento  a  Roma  di  Sergio  Boschiero, che  nella  vita  professionale  era  dipendente, a  Vicenza, della  Banca  Cattolica  del  Veneto, per  cui  fu  possibile  a  Falcone  Lucifero  e a  Carlo  d’ Amelio  un  suo  inserimento  nel  Banco di  Santo  Spirito, alla Direzione  Generale, sulla  via  Cristoforo  Colombo da  dove, appena  terminata  la  sua  attività  giornaliera, si  precipitava  in  Via  Rasella 155, per  dedicarsi  fino  a  tarda  sera  al  Fronte  ed  al’UMI che,  da  allora,   costituirono  la  sua  vera  vita e,  purtroppo scomparso  nel  1972  il  PDIUM, ne  fecero  per  anni  il  principale  riferimento  dei  monarchici  italiani.
Domenico  Giglio

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