NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 28 luglio 2015

Michele di Grecia: “È qui che batte il cuore dell’Europa”

Aristocratico e scrittore vive tra Montecarlo, Parigi, Atene e Patmosin. La sua famiglia ha governato la Grecia per un centinaio di anni


Principe Michele di Grecia suona come un perfetto pseudonimo per uno scrittore, ma nel suo caso è il suo vero nome. Come mai?  
«Perché la mia famiglia ha governato la Grecia per un centinaio di anni e all’inizio non avevamo bisogno di un nome di famiglia. Ma nel mio caso è diventato un nome professionale che posso usare». 

Da dove viene?  
«Mio nonno veniva dalla Danimarca. Non volevano un sovrano del proprio Paese, così ne hanno preso uno straniero. Oggi questo non è più così strano. Abbiamo avuto un presidente siriano in Argentina e un presidente franco-ungherese ma ci sono molti altri esempi». 

Dove è cresciuto?  
«In Marocco, in Spagna e in Francia, da cui veniva mia madre. Sono venuto in Grecia dopo aver fatto l’università in Francia e ho subito fatto il servizio militare qui». 

È greco?  
«Sì, e lo sono per scelta. La mia cultura è greca. Vivo in Grecia da quando avevo 20 anni. Ho imparato il greco nell’esercito, quindi il mio vocabolario non è quello che ci si aspetterebbe». 

È preoccupato per la Grecia?  
«Trovo incredibilmente difficile capire fino in fondo cosa stia succedendo! Quello che è certo è che il popolo soffre, in tanti soffrono. È molto complicato perché tutti mentono. Ho un po’ perso il filo. Penso che la crisi attuale sia nuova, ma nasce da una situazione pregressa. Tutti sono costretti ad assumersela. La Grecia è il cuore dell’Europa e noi abbiamo bisogno di restare in Europa». 

Che tipo di persone sono i greci?  
«Quando sono venuto a vivere cercavo di scoprire cosa resta della dell’antichità greca. Mi ci è voluto tempo per scoprire che ciò che è rimasto immutato dall’antichità è il popolo greco. I Greci hanno inventato la politica. Ed è ancora la passione dei greci moderni. Le trame dell’antica tragedia greca si leggono ogni giorno sulla stampa greca. Gli antichi greci hanno inventato lo sport e lo amano ancora. Sono molto orgogliosi, hanno una sorta di “onore” che resta. Sono grandi lavoratori e ancora oggi gli armatori greci dominano il mare». 

In Grecia lei è un comune cittadino?  
«Sì, naturalmente, e sono molto felice che sia così. Fin dall’antichità ai greci non piacciono le persone di potere, ma sono particolarmente gentili con la gente che ha perso il potere». 

Cosa pensa che succederà ora?  
«Fin da quando esiste la Grecia, da migliaia di anni, la sua storia è fatta di eventi imprevedibili, così come posso conoscere il futuro? Ma nella sua lunga storia ha superato più volte momenti difficili. I greci sono molto resistenti e forti». 

Ha sempre voluto essere uno scrittore?  
«Ho iniziato a scrivere a 25 anni e ho pubblicato il mio primo libro a 27. Per un po’ in Grecia sono stato parte della monarchia e all’inizio mi divertiva, più tardi ho capito che non era il mio stile di vita». 

Che tipo di scrittore è?  
«Il mio campo è la storia. La mia nonna francese, la duchessa di Guisa, parlava della famiglia come se fossero tutti vissuti ieri. La storia dev’essere presa con passione. Mia madre mi ha fatto leggere i libri dello storico francese George Lenôtre». 

Che cosa sta scrivendo ora?  
«Io scrivo in francese, sono pubblicato in francese, ma sono molto interessato al futuro dell’editoria legata a Internet. Sono arrivato alla conclusione che, se si vuole essere conosciuti per la scrittura, il futuro pone due condizioni: Internet e la lingua inglese. Per rispondere alla sua domanda, sto sviluppando il mio sito». 

Essere di stirpe reale come lei, greco e francese, con sangue danese, russo e spagnolo, significa essere cugino di tutti i re e le regine d’Europa e la mette dentro la storia. Com’è?  
«È vero che questo mi ci mette in contatto diretto ma quando scrivo cerco di essere imparziale e l’altra cosa è che queste regine e questi re, per me, sono la famiglia. Alcuni mi piacciono, altri meno, alcuni non mi piacciono affatto». 

Li frequenta questi re e regine?  
«Li vedo, sì. E alcuni li conosco. Il mio antenato preferito, Luigi Filippo, “il re borghese”, era solito dire: “Uno si sceglie gli amici, ma non la famiglia”. Ma amo pensare che alcuni dei re siano miei amici». 

Le spiace che re Costantino non sia più al potere?  
«Sono triste per lui e in un certo senso e la monarchia è in grado di offrire dei servizi. Io sono monarchico, ma dipende dalle persone che rappresentano la monarchia». 

Ammira la regina d’Inghilterra?  
«Sì, è più di un essere umano, è un monumento storico. Quando ero a cena con lei, avevo la sensazione di trovarmi con un personaggio storico. Filippo, invece, è mio cugino primo». 

Lei dove vive?  
«Tra Monte Carlo, Parigi, Atene e Patmos. Ho due cardini nella vita, la mia famiglia e il mio lavoro. Scrivo tutti i giorni e non posso non lavorare». 

Qual è il preferito tra i suoi libri?  
«“La femme sacrée”, sulla Maharani di Jhansi. Lei è l’eroina della rivolta indiana: giovane e bella, morì in una battaglia. La amo, è il mio personaggio preferito». 

Traduzione di Carla Reschia  

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