NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 25 luglio 2015

Sergio Boschiero: una vita per il Re

 di Emilio Del Bel Belluz

Il 3 giugno di quest’anno è morto Sergio Boschiero molto conosciuto, soprattutto nell’ambiente monarchico. La morte lo ha colto il giorno dopo la festa della repubblica. Sergio aveva dedicato la sua vita al servizio del Re. Era stato scelto da Re Umberto II, nel 1960 per guidare il Fronte Monarchico Giovanile. Da sempre ha indirizzato tutte le sue energie, alla causa del Sovrano. Credo che, salvo qualche eccezione non ci sia un altro che sia stato fedele all’idea e al Re meglio di lui. Ho appreso della sua morte dai quotidiani  -Il Tempo – di Roma che tra l’altro è stato l’unico quotidiano tra quelli nazionali a riportarne la notizia. Ho letto invece dei necrologi su - Il Giornale.  
Devo dire che la morte di Boschiero mi ha molto addolorato, è stato come perdere un punto di riferimento. In questi tempi così avari di ideali lui  personificava il motto “sarò fedele per sempre” . La sua fedeltà alla causa monarchica fu assoluta. Personalmente all’età di sedici anni lo sentii per la prima volta  parlare del Re Umberto II in una trasmissione televisiva gestita  dall’Unione Monarchica Italiana. Quella sera, che ricordo come fosse adesso, rimasi molto colpito per le sue parole, e alla fine della trasmissione trascrissi l’indirizzo della associazione. Successivamente scrissi una lettera a Boschiero esprimendogli il mio desiderio di iscrivermi all’associazione e lo pregai di inviarmi il giornale dei monarchici. Ricevetti poco tempo dopo il giornale che per anni continuò la pubblicazione, riportava le notizie dei vari gruppi di monarchici italiani. 
Conobbi molte realtà e per me fu come aprire una finestra nella mia vita. La bandiera del Re divenne la mia bandiera. Re Umberto II gli voleva bene, sapeva che poteva contare su di lui come uno dei suoi figli più sinceri. Lo vidi ai funerali del Re che parlava ai giornalisti immerso nel dolore per aver perso il so sovrano. Nella vita vi sono delle persone che come delle immagini. o dei quadri non sbiadiscono mai. Lo ripeto ho provato tanto dolore, nell’apprendere della sua morte, e ho provato delusione nel silenzio nella stampa. Mi pare impossibile che il mondo dimentichi così in fretta quello che uno ha rappresentato. Sergio Boschiero era nato nel 1936 a Berganze in provincia di Vicenza, si era trasferito a Roma nel 1960 per volontà del suo Sovrano. Aveva solo dieci anni quando il Re d’Italia dovette salire quella scaletta dell’aereo che lo portava in esilio. Mi sono sempre chiesto se la sua fede monarchica fosse iniziata già da bambino.
Quando si è fedeli ad un certo ideale, tutta la vita deve essere coerente ad esso. Un premio del destino è stato quello di morire il giorno successivo alla festa della repubblica. La vita di Re Umberto II è stata molto difficile, come ogni uomo che si trova a fare i conti con il lasciare la terra dei padri. Dall’esilio però ha avuto molte manifestazioni di lealtà, una di queste sicuramente è quella che ha potuto scrivere con la sua tenacia Sergio Boschiero. Solo i tempi duri sono quelli che ci fanno conoscere le persone speciali, quelle che ci comprendono. Re Umberto II,  nel suo esilio di Cascais, ha sempre saputo di poter avere un caro amico in Italia, che gli voleva bene.  La cerimonia funebre di Boschiero è stata officiata al Pantheon, luogo caro ai monarchici, dove sono sepolti i Re d'Italia . 
Nella cerimonia funebre, la bara di Sergio Boschiero è stata ricoperta dalla bandiera Sabauda, per la quale si è sempre battuto. Alla cerimonia erano presenti una ottantina di persone, molti politici sono mancati. Credo sia stata suonato l’inno reale. Mi auguro che le parole del sacerdote abbiano espresso quella lealtà che era alla radice della vita di Boschiero. Ora che la sua vita terrena è terminata, mi auguro che il suo ricordo non cada nell’oblio. Difficile dare dei giudizi sul suo percorso umano, ma quello che ha fatto per la monarchia, rimane. Non so se sia stato tumulato al suo paese natio, perché dal paese dove uno nasce eredita un pezzo di cielo. Ha lottato molto affinché il Re potesse tornare  dall’esilio ed essere sepolto al Pantheon. Se avesse potuto regnare Re Umberto II, sarebbe stato una buona guida, capace di stare al di sopra delle parti. Ora Sergio dal cielo potrà  incontrare il suo Re. Tutti gli anni il 2 giugno espongo dal mio terrazzo la bandiera del Re, d’ora in poi la lascerò sventolare anche il 3 giugno a memoria di Sergio Boschiero. Soldato leale al Re fino alla morte.  

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