NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 10 settembre 2015

Dopo l'8 Settembre...

di Camillo Zuccoli

Luoghi comuni della faziosa propaganda dei fascisti repubblicani, servi dei nazisti, poi ripresi dalla altrettanto faziosa propaganda comunista e azionista.

Il dovere di un Capo dello Stato è, sempre, quello di non farsi prendere prigioniero dal nemico. A maggior ragione in stato di guerra, senza un Parlamento in funzione.

Il trasferimento a Brindisi, una provincia libera da occupazione militare straniera, garantì  "La continuità dello Stato" come scrisse lo storico Ernesto Ragionieri nella Storia d'Italia di Einaudi e come hanno scritto tanti, tanti altri storici, accademici e politici sereni (Arangio Ruiz, Paratore, Cottafavi, Cognasso, Artieri, Consiglio, Guariglia, Bergamini, Villari, De Felice, Mazzetti, Perfetti, Pallottino, Spinosa, Volpe, Papi, ecc.ecc.ecc., non accecati dal fanatismo politico e dall'odio. 

Stalin, quando i tedeschi erano a 20 Km. da Mosca, se ne andò a 3000 Km.  Il Presidente Polacco andò con il Governo a Londra, la Regina d'Olanda in Canada, il Re di Grecia in Egitto, ecc. solo Re Leopoldo III del Belgio restò, si fece prendere prigioniero dai tedeschi e dopo la guerra non fu perdonato e costretto ad abdicare in favore del figlio Baldovino.

Roma era militarmente indifendibile.

Il Vaticano ovviamente intervenne su tutte le parti con l'intento di non trasformare Roma in un campo di battaglia.

Lo sbarco della Divisione aviotrasportata del Gen.Taylor non avvenne, come era stato discusso, prima dell'annuncio dell'armistizio che era previsto per il 12 settembre.

Il 10 settembre a Brindisi, pur in  quelle drammatiche condizioni, lo Stato continuò a vivere nella legalità e questo consentì di firmare a Malta l'Armistizio "lungo" (a Cassibile il Gen. Castellano aveva firmato quello detto "corto"), di dichiarare guerra alla Germania il 13 ottobre (chi l'avrebbe firmata se l'Italia avesse cessato di esistere come Stato?), di avviare la "cobelligeranza" e la ricostituzione delle Forze Armate regolari che poi parteciparono a tutta la Guerra accanto agli Alleati fino al 25 Aprile.

Oltre alla ripresa della vita democratica con i due Governi Bonomi, quello Parri e il 1° De Gasperi.

Tutto questo grazie alla presenza della Corona.

A quella Corona alla quale gli italiani, secondo i dati, discussi e discutibili, del Romita (che, poi, nel 1959 ricostruì quegli eventi in forma ridicolmente e spudoratamente falsa) , hanno dato quasi 11 milioni di voti, quasi la metà dei voti (sempre secondo i dati romitiani), mentre fu impedito agli italiani della Venezia Giulia, dell'Alto Adige, e a centinaia di migliaia di prigionieri non ancora rientrati in Patria, di partecipare al voto e di decidere dell'avvenire del loro Paese.

Questo senza entrare nella questione dei brogli, delle migliaia di verbali manipolati, delle schede bruciate, del mancato rispetto della Legge inerente al calcolo della maggioranza necessaria per vincere, il tutto completato dal "gesto rivoluzionario"  - la cui illegalità è insanata e insanabile -  compiuto dal Governo il 12 giugno che indusse il Re, per evitare la Guerra Civile, a partire per l'esilio.

In Germania, senza un Capo dello Stato al di sopra del tiranno, non hanno avuto nessun "25 Luglio", sono andati sino al fondo dell'inferno...rasi al suolo e poi divisi per 40 anni.

E  non dimentichiamo mai che l'87% dei soldati e sottufficiali e il 92% degli ufficiali italiani (600.000) prigionieri dei nazisti nei campi di concentramento rifiutarono di aderire alla cosiddetta repubblica sociale e rimasero fedeli al Giuramento prestato al Re.

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