NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 22 dicembre 2015

IL BILANCIO DEL 2015: MISERIA E NOBILTA’

Riceviamo e pubblichiamo volentierissimo questo articolo. Impossibile non condividerne i contenuti.


Per  chi  abbia    vissuto  la  vita  dei  movimenti  monarchici, se  non  dall'origine, perché  oggi  dovrebbe  avere  oltre  90   anni, almeno  da  qualche  decennio, sa  che  gli  stessi  non  hanno  mai  nuotato  nell'oro, salvo  un  breve  periodo, dal  1954  al  1958, quando  Achille  Lauro, uscito  dal  Partito  Nazionale  Monarchico  e  fondato  il  Partito  Monarchico  Popolare, cercava  di  imporre  questa  nuova  sigla, aprendo  sezioni, stampando  manifesti, organizzando  manifestazioni  di  massa, ottenendo  risultati  elettorali  senza  dubbio  notevoli  nelle  Elezioni  Regionali  Sarde  e  più  ancora  nelle  Elezioni  Comunali  a  Napoli, raggiungendo  la  maggioranza  assoluta  di  voti  e  di  seggi.

Per  il  resto  scarsa  la  stampa  quotidiana, scomparsa  “Italia  Nuova”, che aveva  combattuto  la battaglia  del  “referendum”, è  esistito  il “Corriere  della  Nazione”, organo  del  PNM, ed  il  “Roma”, strettamente  legato  a  Lauro . Quanto  a  periodici, molti  i  settimanali, tra  cui  “Italia  Monarchica”   anch’essa  organo  del  PNM, ”Italia  Sabauda”, ”Tribuna  Monarchica”, a  titolo  indicativo, ma  non  esaustivo, e  poi  “IL  Regno”, epoca  PDIUM, ma  pochi  o  nessuno di  questi  nelle  edicole, per  lo  più  mandati  ad  iscritti, ed  abbonati , praticamente  un circolo  chiuso.

Al  di  fuori  dei  partiti  e  dell’ Unione Monarchica  Italiana, quanto  a  giornali , possiamo  ricordare  prima  del  1953 , “Governo”, di  Roberto  Cantalupo, e  dal  1945 ,  il  “Candido”  di  Guareschi, che  dopo essersi  battuto  per  la  Monarchia  nel  “referendum”,  del  1946, nel  1953  fece una  vera e  propria  campagna  elettorale  per  “Stella  e  Corona”, dai  vertici della  quale  non ebbe  parole  di  gratitudine. Poi  qualche  tentativo  culturale, tipo  la rivista   “Monarchia” e il mensile “Critica Monarchica”, limitati  a  pochi  numeri   e  pochi  anni,  qualche  “Quaderno”, edito  dal  F.M.G., sempre  riservato  agli  iscritti, che  in  molti  casi  nemmeno  li  leggevano. 

Arriva  il  1972. Scompare  il  PDIUM , gli  esponenti   contrari   all'ingresso  nel  MSI, fondano  l’ Alleanza  Monarchica, hanno  uno   slancio  iniziale, ma  la  drammatica  mancanza  di  fondi  riduce  questo  movimento, pur   ricco  di  persone  culturalmente   valide, alla presenza di un periodico mensile  di  indubbio  valore  storico e politico, ma  anch'esso  limitato  nella  diffusione. Manca  una  vera  Agenzia  quotidiana  di  stampa, anche  se  nominalmente  ve  ne  è una  ancor  oggi,  diventata  un  periodico, ma  che  è  nel  nome  erede  di  una  vera  agenzia.

Passano  i  decenni, le file  si  assottigliano, anche  se  per  germinazione   spontanea, nascono  diversi  giovani   preparati  che  fanno  sperare  nell'avvenire.

La  vera  cultura  però   sempre  latita, per  cui  è  mancato   un  approfondimento  storico  e  politico  dell’azione  e del  significato  della  Monarchia  unificatrice, pur  avendo avuto ancora  viventi, fino  agli  anni  ’60  del  secolo  scorso,  grandi  storici  lasciati  però  ai  margini  della  vita  associativa  del  partito  monarchico. 

Un  solo  circolo  culturale  a  Roma, attivo ininterrottamente  da  decenni, che  per  mancanza   di mezzi  non  ha  mai  potuto   espandersi  in  altre  città, né  pubblicare  metodicamente, ma  solo  saltuariamente, le  centinaia  e  centinaia  di  conferenze  tenute, tutte  di  altissimo  livello, quando  il  Ministro  della  Real  Casa, Collari  dell’ Annunziata,  Presidenti  e  Segretari  Generali  di  partiti e  di  associazioni   nazionali, senatori  e  deputati, rettori  e  professori  d’Università, si  ritenevano  onorati  di  partecipare  e  presenziare  alla  vita  ed alle  attività  del  circolo.

Il  mondo  monarchico, nella  sua  storia  ha  sempre  visto, purtroppo, scissioni  e  polemiche  interne, di  carattere  personale, eccettuato  solo  il  1953  e  se  ne  videro  i  risultati  positivi, polemiche  e  scissioni  sulle  quali  la  stampa  non  era  avara  di  notizie , ma  vi  era , fino  al  1972, un  “materiale”  umano, di  tutto  rispetto  per  cui  esistevano  Consiglieri  Comunali, Provinciali , Regionali  e  Parlamentari, che  oggi  non   esistono  più.
Qualcuno  potrebbe  obbiettare: però  ci  sono  le  cerimonie  religiose! Nulla  in  contrario  perché  anche  questo  tipo  di  celebrazione  e  di  ricordo  è  necessario  e  le  preghiere  per  le  anime  dei  nostri   morti  salgono  verso   l’ Onnipotente, ma  senza  offesa “Con  preghiere  non  si  reggono  gli  Stati”, né  si  fa  propaganda  politica. Nel  migliore  dei  casi, se  vi  è  un  folto  pubblico, il  che  è  sempre  più  raro, possono  essere  propedeutiche  ad  altre  più  concrete  attività.

Però  ci  sono   cerimonie  seguite  da  raduni  gastronomici! Anche  questi  sono  necessari  per  nutrire  il  corpo, conoscersi, affiatarsi, sempre  però  che  non  siano  fini  a  sé  stesse, e  se  gli  stessi  partecipanti, presenziassero   e  si  attivassero  in  altre  più  concrete  attività.

Però   ci  sono  opere  di  beneficenza! Anche  queste  sono  attività  nobili  ed  opportune,  se  venissero  conosciute, come  lo  erano  quelle  effettuate  in nome  del  Re  Umberto  II, che ebbero  qualche  risalto  giornalistico, e  divenissero anche  queste  propedeutiche  ad  altre  attività, diversamente  concrete.
Invece   è  passato  il  150°  del  Regno   d’ Italia, gabellato  per  Unità  d’Italia, pur  di  non  parlare  di  Re, di  Casa  Savoia  e  di  Monarchia, ed  ora  sta  passando   il  centenario   della  Grande  Guerra, ma  le  iniziative  dei  monarchici   sono  state  scarse , se  si   eccettua  una  bella  mostra  itinerante  per  tutta  l’ Italia, predisposta  dall’ Istituto delle  Guardie  alle  Reali  Tombe  nel  Pantheon,  e  non  si  è  tenuto  conto  che  erano   le  sole  ed  ultime  ricorrenze  in  cui  far  risaltare  il ruolo  positivo  avuto  dalla  Monarchia  Sabauda, che  è  l’unica  e  sola  a  cui  gli  italiani  debbano  qualcosa! Gioacchino  Volpe  scrisse  una  volta  che  “Se  molto  l’Italia  aveva   dato  a  Casa   Savoia , molto  di  più  aveva  dato  Casa  Savoia, all’Italia”, frase  che  andrebbe  corretta  in  quanto  da  anni  nulla  ha  più  dato  la  repubblica  a  Casa  Savoia, se  non  l’ abrogazione, dopo  decenni, di  un  antistorico  ed  incivile  esilio, che  impedì  al  Re  di  chiudere  gli  occhi  nella  sua  terra  natia.

E’  pessimismo  tutto  questo?  No, è  realismo. Se  è  lecito  il  paragone,  molti  sono  gli  scribi  ed  i  farisei  che  vegetano  nel  campo  monarchico, attenti  alla  lettera, ma  non  allo  spirito  della  monarchia  italiana, così  come  uscita  dal  Risorgimento, fautrice  di  libertà civile  e  progresso  sociale. Ma  anche  questo è  premessa  o  giustificazione   per  abbandonare  la  battaglia?  No, è  coscienza  e  presa  d’atto  degli  errori  commessi ,per  non  ripeterli. E’  capire  che  se  anche  un  insieme  di  circostanze  fa  marciare  oggi  divisi  con  dispersione  delle  attuali  scarse  forze, uniti  si  può  colpire l’inconsistenza  istituzionale  e  costituzionale  repubblicana, vedi  l’articolo  139, senza  “fuoco  amico”,  gelosie, miserie,  polemiche  ed  ostracismi  personali, dato  che  oltretutto  non  ci  sono  né  degli  Alfredo  Covelli, né  degli  Achille  Lauro, o  reciproche  scomuniche, anche  perché   chi  è  il  Pontefice  che  può  erogarle?


Un  vandeano

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