NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 14 gennaio 2017

La Monarchia ha realizzato le libertà più autentiche - seconda parte



L'integrazione delle nuove province nel Regno di Francia avvenne con gradualità, rispettando il potere e i costumi di ciascuno. Grazie al loro senso della giustizia, attraverso una saggia amministrazione, i Re diedero alla Popolazione la voglia ed il piacere di diventare Francese.

La Monarchia ha condotto la Francia al suo apogeo nei XVII e XVIII secolo. Per la sua popolazione, per lo sviluppo della sua economia, per la sua influenza culturale e intellettuale, per la sua forza politica e militare, la Francia divenne in quell'epoca il primo Paese dell'Europa e del Mondo. Molto di più di quanto non rappresentino oggi Stati Uniti e Russia.

Dopo qualche riflessione sul passato monarchico della Francia, vorrei adesso considerare il presente e l'avvenire. Ci sono ancora dei monarchici in Francia, più numerosi di quanto non si creda ed in tutti i celi sociali. E si sbaglierebbe nel ritenere che essi siano dei nostalgici di un passato sepolto o dei sognatori romantici.
I monarchici francesi noni pongono, infatti, la questione istituzionale su un piano sentimentale ma su un Piano della verità politica, ossia su piano di intelligenza e di ragione.

A questo proposito, Charles Maurras ha attualizzato, all’inizio del XX secolo la dottrina monarchica., Certo non ha inventato tutto ad un tratto un sistema monarchico teorico. Egli si è impegnato a ritrovare ed a definire le leggi della politica francesi soprattutto nella sua “lnchiesta sulla Monarchia”.

Nella nostra epoca, che è dominata dal progresso delle scienze, della loro applicazione, Maurras: ha opposto la scienza politica alle ideologie - alle nuvole - rivoluzionarie; se ha preconizzato la Monarchia in Francia, è perché vi è stato condotto attraverso lo studio obiettivo della storia e l’analisi attenta del presente. Per questo ha Potuto parlare di monarchia scientifica. Ed ha dimostrato che la costituzione che conviene alla Francia è la Monarchia tradizionale, ereditaria, decentralizzata e rappresentativa; cioè la Monarchia capetingia perché è la dinastia capetingia che ha fatto la Francia.
La Monarchia risponde, in Francia alla triplice esigenza del nostro Paese; bisogno di una autorità, bisogno di libertà, esigenza di una raffigurazione del Paese reale.
Consideriamo, innanzitutto, l'esigenza di autorità.
Tutti i Paesi hanno bisogno d'una autorità. ma la Francia ha necessità più d'ogni altro di essere guidata da una autorità ferma, che riassuma tutti i valori nazionali, continua. Essa, infatti, è esposta ad una doppia minaccia. Innanzitutto ad una minaccia esterna.

La Francia è favorita dalla natura, per il suo clima, le sue ricchezze naturali, ma è facilmente esposta alle invasioni degli stranieri, alla foro cupidigia, alle loro ingerenze.
Situata al centro dell'Europa, non può isolarsi, restare ai margini dei grandi affari internazionali.

Ed esiste anche una minaccia interna: i francesi hanno una naturale Predisposizione a disperdersi e a dividersi. Come ha scritto Maurras («L'Action Française, «La legge delle lotte intestine è scritta nel cuore dei francesi, come sul territorio della Patria».
I francesi si combattono tra di loro, tanto in funzione dei loro interessi  particolari che in funzione delle rispettive ideologie. Il patriottismo ed il senso di solidarietà nazionale non si risvegliano presso di essi che nei periodi di pericolo e spesso troppo tardivamente.

Occorre, dunque, ai francesi una autorità spirituale vigorosa tanto per garantire l’indipendenza che per mantenere l'unità del Paese.
Questa autorità non può essere procurata dalla repubblica perché quale che sia il numero che la contraddistingue è il «regno» coi partiti e delle loro competizioni permanenti. Il «regno dell’instabilità e dell’irresponsabilità politica»   
L'elettività non esprime una autorità veritiera, essa non fornisce che un’immagine effimera; quella delle divisioni del Paese.

Un uomo eletto al supremo grado dello Stato non può disporre d'una autorità incontestabile perché, ciò che una elezione  ha fatto, un'altra competizione elettorale può disfare.

Solo la Monarchia - la Monarchia ereditaria - può procurare alla Francia l’autorità politica che le è necessaria.
Oggi è di moda contestare il potere. Una certa sinistra pone volentieri il problema: “in nome di che cosa si esercita il Potere?” - si afferma - ed a partire da questo interrogativo, viene rimessa in discussione l'esistenza di tutta una tradizione, di tutta l'autorità dello stesso Stato. Ma si sa bene che non e né l’autorità, né lo Stato che bisogna sopprimere, perché allora si ricadrebbe nell'anarchia generatrice delle peggiori ingiustizie. Per contro, è necessario restituire una legittimità al potere.
E la Monarchia rappresenterebbe in Francia un Potere legittimo, ossia un Potere esercitato nella considerazione del solo bene comune e indipendente dai gruppi d'interesse e dalle sue fazioni. La sua legittimità le deriverebbe dalla storia, dai servizi che ha reso al Paese nel corso dei secoli.
In repubblica, non ci può essere legittimità del potere, perché quest’ultimo viene esercitato da una fazione o da un gruppo di fazioni che sono prevalse su altre fazioni avversarie.
La Monarchia rappresenterebbe anche un potere realmente forte in quanto esso sarebbe indipendente dalle elezioni e pertanto, anche dai partiti, dai gruppi di pressione, dall’influenza degli stranieri che spesso agiscono attraverso  i partiti.

La Monarchia sarebbe    proprio per questa sua indipendenza    in grado di dominare le feudalità d'ogni natura che oggi si sono installate nelle stanze dei bottoni; sia che queste feudalità siano amministrative, partitiche o economico-finanziarie.

Non si può a questo riguardo non considerare oggi la trasparente contraddizione tra i poteri allargati del Presidente della repubblica francese ed il progressivo affievolimento del suo Potere. Tiranneggiato come egli è da una molteplicità di forze politiche, economiche, sindacali, dai cui umori dipende il suo mantenimento in carica.
Per rimediare all'anarchia repubblicana, diversi sognano periodicamente la dittatura.
Quale debolezza, dunque, la repubblica rivela sotto un'apparenza di autorità e di fermezza.
Charles Maurras lo ha perfettamente dimostrato, confrontando la dittatura alla Monarchia: «Un uomo solo è poco. Una vita d'uomo, un cuore d'uomo, una testa d'uomo tutto ciò è troppo esposto e permeabile alla ubriacatura, all’assassinio alla malattia, ad una miriade di accidenti. La sola forma razionale e sensata dell'autorità è quella che riposa in una famiglia - di primo nato in primo nato secondo una legge che esclude la competizione perché è un potere talmente naturale che, comportando un’autorità integrale del vertice, chi l'esercita non può tuttavia definirsi dittatore; egli è un Re e questa Magistratura regale, combinando i due principi dell’autorità e dell’ereditarietà,  è istituzione talmente flessibile che non cessa di essere sempre se stessa, pur se varia con il mutare dei tempi e si veste talvolta dell'aspetto paterno di un semplice presidente del consiglio o del Parlamento espresso dal Popolo, talvolta l'apparenza della dittatura diretta, talvolta    quella della dittatura indiretta d'un ministro di primo piano. Come succede per le corse di grande rilievo, l’Istituzione è di gran lunga superiore agli uomini. Il suo valore principale è quello di saper utilizzare il passato completamente a frutto del presente senza peraltro, sacrificarvi l’avvenire.
(«L’Action Française, del 27 febbraio 1924)».
In questo testo, Charles Maurras, esalta la continuità del potere nella Monarchia, come una delle sue più grandi qualità.

La Monarchia sopprime la competizione per il potere, per l'autorità suprema. Come ebbe a dire Bossuet: «Niente brighe né cabale per fare un Re; è la natura a farlo».

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