NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 21 febbraio 2017

Alla riscoperta dei dissidenti dell'Action Française

di Francesco Perfetti
Un saggio di Paul Sérant racconta un percorso intellettuale che va da Maurras a Claude Roy
Quando all'inizio degli anni '60 apparve la traduzione del suo Romanticismo fascista, Paul Sérant divenne popolare negli ambienti della destra italiana, in particolare del neofascismo: il libro era un affresco di quella che, in prima approssimazione, poteva essere chiamata la «cultura fascista francese» attraverso i ritratti letterari di sei scrittori «maledetti» o comunque scomodi: Drieu La Rochelle, Brasillach, Rebatet, Alphonse de Chateaubriant, Abel Bonnard e Céline.
I loro nomi evocavano una cultura «catacombale». Tuttavia, per quanto il «fascismo» francese così fatalista, crepuscolare e intriso di pessimismo apparisse ben diverso da quello italiano, quelle figure tragiche emanavano un fascino indiscutibile sui giovani del neofascismo e alcune loro opere erano divenute oggetto di culto.
Altri libri di Sérant furono tradotti in seguito come il saggio su Salazar e il suo tempo o l'inchiesta su I vinti della Liberazione dedicato all'epurazione postbellica nei vari Paesi europei. Quello che, invece, non è mai apparso in italiano è un bellissimo lavoro del 1978 dal titolo Les dissidents de l'Action Française ripubblicato ora in una nuova edizione (Pierre-Guillaume de Roux, pagg. 420, euro 29) accresciuta e arricchita da una puntuale prefazione di Olivier Dard, autorevole studioso della Sorbona e profondo conoscitore della storia della destra intellettuale francese. È un'opera che sotto certi profili e, in particolare, da un punto di vista strutturale si riallaccia a Romanticismo fascista, ma è, a mio parere, ben più importante perché chiarisce bene sia il peso che il pensiero di Charles Maurras ebbe nella cultura e nella vita politica francese del '900 sia i motivi dell'allontanamento di alcune personalità di rilevo dall'Action Française e dal suo fondatore sia ancora le differenze, piuttosto che le affinità, tra il nazionalismo e il fascismo.
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