NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 4 giugno 2011

O la Repubblica o il Caos


giovedì 2 giugno 2011 di Valentina D'Aleo


2 giugno 1946. L’allora Ministro dell’Interno Giuseppe Romita  legge i risultati del referendum che aveva chiamato gli italiani a scegliere fra repubblica e monarchia. Il 54,3% della popolazione che si recò ai seggi elettorali scelse la Repubblica decretando la fine dell’insulsa e clownesca monarchia dei Savoia, i quali vennero mandati in esilio dove avrebbero dovuto restare vita natural durante.
Finché nel 2002 la XIII Disposizione transitoria della Costituzione, che recita «I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli» viene abolita dal governo di centrodestra del Nano più alto del mondo.
[...]
Pietro Nenni lanciò il suo monito ”O la Repubblica o il Caos”, durante la campagna elettorale.
Certo è che, se fosse vissuto ai nostri giorni, la frase l’avrebbe formulata utilizzando la terza persona del presente indicativo del verbo essere al posto della congiunzione disgiuntiva tra le due parole chiave.

Nessun commento:

Posta un commento