NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 7 settembre 2011

Il movimento monarchico irpino dal dopoguerra agli anni ‘60



Il primo baluardo contro la DC in Irpinia fu innalzato sulle basi del movimento monarchico. 
L’area della destra conservatrice, negli anni del dopoguerra, offrì un’alternativa solida alla potenza schiacciante democristiana. Effettivamente si consumò uno scontro-confronto tra concezioni della società radicalmente opposte.
In seguito all’esperienza del Blocco Nazionale della Libertà prese forma l’idea restauratrice sfociata nella nascita del Partito Nazionale Monarchico nel 1947, per merito dell’onorevole di Bonito Alfredo Covelli. Si addensarono fermenti di vario genere e di vario orientamento: l’unione fu impostata sull’effimera speranza di un ritorno alla precedente forma di modello istituzionale.
Le elezioni del 1948 furono contraddistinte per il forte consenso dei voti conservatori alla democrazia cristiana.
Conclusa la campagna elettorale del 1948, il PNM fondò il programma sulla differenza sostanziale dalla DC. Infatti, un nucleo non marginale di voti ritornò ad dar manforte al partito covelliano.
La sconfitta del blocco comunista sostituì il bisogno primario: le discrepanze si accentuarono e perdurarono. Iniziò un duro testa e testa terminato con la vittoria dello scudocrociato. 
I monarchici conquistarono ampie fette di consenso tra i settori sottoproletari della provincia e grazie all’ingresso di persone come Emilio D’Amore e Alfredo De Marsico acquistarono una larga legittimità.
«L’interesse del mondo rimasto fedele a casa Savoia – Scrive Giovanni Acocella nel suo libro Notabili, istituzioni e partiti in Irpinia - l’opportunità di sfruttare uno spazio di consenso, privo di referenti, resero possibile la nascita di un partito che fondava le sue ragioni d’essere nella restaurazione dell’istituto monarchico con le proposte sociali, ovvie e conseguenti, di un movimento sostanzialmente conservatore. Del resto un’area di consenso si era formata attorno al Blocco delle Libertà»
Il PNM vinse addirittura le elezioni comunali ad Avellino nel 1952 con Olindo Preziosi e  si radicò sul territorio come unico antidoto alla DC. I risultati furono eclatanti: raccolse 4.998 voti (pari al 27,30 %) contro i 4.184 dell’avversario popolare (pari al 22,85 %); nei piccoli centri come Manocalzati, si sperimentò l’accordo tra PNM e MSI sulle schede elettorali negli anni da sindaco di Giuseppe Del Mauro. Praticamente si fecero le  “prove tecniche” (a livello prettamente locale) per l’accordo programmatico 
dell’intera area di destra: i monarchici confluirono all’interno del Movimento Sociale 
nel 1972 per gettare le basi della Destra Nazionale.
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