NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 3 marzo 2014

Se l'Europa e l'Italia sono queste..

Non passa giorno senza che restiamo sgomenti, senza parole di fronte al completo sovvertimento della funzione dello Stato Nazionale e di quello sovranazionale cui ci siamo consegnati legati mani e piedi.
Sia chiaro che con queste parole non intendiamo rappresentare il pensiero dei monarchici ma il nostro pensiero di monarchici sì.
Siamo saliti sul carro che ci portava nel Paese dei Balocchi convinti, parole di Romano Prodi, che avremmo guadagnato due giorni di lavoro: uno guadagnando in più e l'altro non lavorando.

Ci siamo ritrovati a rispettare, forse giustamente, forse no, delle regole ferree che hanno messo in ginocchio un'economia non solida, con troppi fattori avversi come la nostra.

Prigionieri come siamo di una costituzione, con la "c" minuscola, che rende di fatto impossibile qualsiasi riforma dell'organizzazione statale ci troviamo a mantenere due camere legislative con identiche funzioni, popolate non già dagli eminenti di questo paese ma da semianalfabeti che non sanno neanche di cosa parlano ed intascano gli stipendi più alti d'Europa, a dispetto gravissimo del fatto che l'Italia ha il debito pubblico più alto d'Europa. In questa Europa dove i Popoli e gli Stati sono al servizio della banche e non il contrario. La demonìa dell'Economia diceva Julius Evola.


Ci ostiniamo in atteggiamenti da Grande Potenza mantenendo migliaia di militari italiani in ben 27 diversi posti del mondo a spese nostre, per il bene di non si sa chi e l'India ne sequestra un paio senza che si riesca ad uscire dal timido balbettante piagnisteo sterile che ha fatto già trascorrere due anni. Due anni di umiliazioni e vergogna.

Si badi che da parte nostra non c'è alcun livore della nostre Forze Armate unico residuo di dignità di questo stato repubblicano con lunghi tempi d'aborto ( 70 anni circa).
Si comprano aerei bellissimi ma la gente muore di fame.
Quale buon padre di famiglia comprerebbe una baionetta invece di un chilo di pane per un figlio affamato? Eppure noi questo lo facciamo.

Le scene di quotidiana disperazione ci hanno tristemente assuefatto: famiglie impoverite, sfrattate, imprenditori che si uccidono, che diventano rapinatori, che smettono di lottare mentre il ministro dell'integrazione sociale spende 53000 e rotti euro in cene e viaggi.

Il sindaco di Roma che spende milioni in consulenze esterne che piange miseria per avere i soldi necessari ai servizi minimi della capitale d'Italia e della Cristianità.

Si condonano alle ditte che gestiscono il gioco d'azzardo ben 98 miliardi di euro ( il 5% del debito pubblico nazionale), si tollerano intere fabbriche abusive dove operai cinesi lavorano in schiavitù ma non si perdona ad un pizzaiolo napoletano di far lavorare la moglie "in nero" nella minuscola azienda di famiglia, che si suicida.

E così come gli sprovveduti che chiedono soldi agli usurai noi siamo finiti a lavorare solo per pagare gli interessi dei nostri precedenti prestiti. 
Continuiamo ad alzare le tasse facendo finire nelle mani degli stranieri le fatiche di generazioni.
Se non ritroviamo un po' di amore di Patria e di dignità nazionale tra un po' saremo amministrati da tedeschi e cinesi.

Per questo invochiamo un Re, il nostro Re, ché questo non lo avrebbe consentito, ne siamo sicuri, perché avrebbe avuto la lungimiranza di chiedere da subito conti a posto. Perché il Re è il buon padre della Famiglia italiana che fa i passi solo secondo la lunghezza delle proprie gambe per non finire nelle mani degli usurai, come ben fece Vittorio Emanuele III all'inizio del secolo scorso.

Ma intanto ridiscutere i termini della nostra presenza nell'Euro e nell'Europa crediamo sia cosa buona e giusta.

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