NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 16 luglio 2017

Denis Mack Smith, amico dell'Italia?

La recente scomparsa, l’11 luglio scorso, dello  storico inglese ha dato logicamente occasione ad articoli che ne ricordassero le sue opere, grande parte delle stesse dedicate alla storia dell’Italia e che ebbero anche una notevole diffusione, nel trentennio dal 1960 al 1990, riempendo un vuoto sulla storia della nostra  Unità, che dopo Benedetto Croce e Gioacchino Volpe, la cui “Italia  Moderna” si fermava al 1914, non aveva avuto per decenni alcuna opera di valore, vuoto che solo in occasione del centociquantesimo del Regno, ha  trovato in Domenico  Fisichella l’autore  che  in una trilogia  da  “Il miracolo  del Risorgimento”, “Dal Risorgimento al fascismo” e  infine “Dittatura e  Monarchia” ha  realizzato finalmente una  storia completa e leggibile dell'Italia Unita.
Da questo interesse  dello   Smith  per  la nostra storia,  farlo  passare  ad  amore  per l’Italia o  ad  amico  della  stessa , c’è  una notevole differenza, perché specie nell’opera  principale, “Storia  d’Italia- 1861-1958”, le sue simpatie, senza  dubbio giustificate, furono  solo per  Garibaldi , mentre su Cavour  il  giudizio  non  fu benevolo, tanto  che  Rosario  Romeo, il  più accreditato  tra  gli  studiosi  dell’opera  del Cavour dovette replicargli, ottenendo, successivamente una qualche ritrattazione. Egualmente  acre  fu  pure  il suo giudizio sui Re di Casa  Savoia, ”I Savoia re d’Italia”, arricchendo anche qui i suoi studi  di  aneddoti che stimolano la curiosità del lettore, ma non rappresentano il vero  quadro storico nel quale si erano svolti  i  fatti.
Senza dubbio in questa sua visuale era determinante la sua formazione ideologica, democratica radicale, così che anche per quanto  riguarda il fascismo lo Smith ne trova possibili origini addirittura nel Risorgimento e nel patriottismo liberale e successivamente in un Crispi , ma  non ricorda che senza il troppo spesso dimenticato ”biennio rosso”, dal 1919 al 1921, e la altrettanto famosa “rivoluzione d’ottobre” in Russia, di cui, fra l’altro, ricorre quest’anno il centenario, con le sue successive rivolte in Prussia, Baviera ed Ungheria, il fascismo non avrebbe  trovato il terreno fertile per la sua azione e successiva affermazione. E come  per Cavour, Smith aveva trovato le repliche di Romeo, così  per  il  fascismo le  trovò in De Felice, che partendo da una giovanile militanza comunista, era arrivato ad una visione globale, veramente storica, del fenomeno Mussolini, visione che a tutt’oggi rimane insuperata, provocando travasi di bile negli antifascisti  di “professione”, che non possono perdonargli di avere sottolineato gli anni del consenso al regime, di cui pure tanti e qualificati compatrioti del Mack  Smith erano stati pure ammiratori.


Domenico  Giglio

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